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La bolla kazaka taglia l'utile di Unicredit

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.La banca di Piazza Cordusio che nella repubblica centroasiatica ha rilevato la Atf Bank, il quinto istituto del Paese, ha chiuso il secondo trimestre con un utile netto al di sotto delle attese, a 148 milioni di euro, a fronte di un consensus di 251 milioni e di un utile di 490 milioni nel secondo trimestre 2009. La banca guidata dall'ad Alessandro Profumo (nella foto) ha dovuto effettuare rettifiche di valore sull'avviamento della Atf per 162 milioni di euro, un taglio che ha abbattuto l'utile trimestrale oltre le previsioni. Senza l'effetto kazako i profitti sarebbero stato pari a 310 milioni ha sottolineato il gruppo in una nota. Il semestre si chiude così con un utile netto di pertinenza del gruppo di 669 milioni di euro, in calo del 28,6% rispetto al primo semestre 2009. Tuttavia dall'Asia Centrale non dovrebbero arrivare altre sorprese. Federico Ghizzoni, responsabile dell'Europa Centro Orientale nominato proprio ieri dal cda vice Ceo e vice direttore generale al fianco degli altri tre vice-Profumo (Roberto Nicastro, Sergio Ermotti e Paolo Fiorentino), ha pronosticato un secondo semestre migliore del primo nella repubblica di Nursultan Nazarbayev. La Borsa ha però accolto i conti vendendo il titolo, che ha toccato un minimo infraday di 2,1425 euro. Poi è risalito, limitando i danni e chiudendo a un riferimento di 2,18 euro, in calo dell'1,80%, sottoperformando l'indice italiano di settore, non brillante dopo i rally di ieri (Ftse Italia All Share Banks -0,82%), e con volumi appena sopra la media di seduta. Insieme alla semestrale è arrivata dal cda anche il via libera alla fusione in una banca unica, il cosiddetto bancone, delle diverse realtà incorporate nell'espansione di Unicredit e che diventerà esecutiva a partire dal primo novembre. Il progetto denominato «One4C» «è stato approvato abbastanza rapidamente» in cda, ha spiegato, in conference call con gli analisti, Profumo sottolineando che «da domani inizieremo i negoziati» con i sindacati per raggiungere l'obiettivo di riduzione del personale che è molto importante «per la futura base dei costi». Il riassetto, ha quindi precisato, «comporterà benefici sulle attività ricorrenti per 300 milioni euro». Tali effetti si vedranno però «non da subito, in quanto si tratta di un piano avviato progressivamente». È stata poi rafforzata la squadra dei deputy ceo: a Sergio Ermotti (Cib & Pb strategic business area), Paolo Fiorentino (Gbs Strategic business area) e Roberto Nicastro (Families & Sme strategic business area) si è, infatti, aggiunto Federico Ghizzoni (Cee Divisionalization Program & Cee Banking Operations) che il board di Piazza Cordusio ha nominato, al tempo stesso, vice direttore generale del gruppo. Tornando ai conti nel semestre il margine di intermediazione si attesta a 13.299 milioni, e in calo del 9% a cambi e perimetro costanti, con risultati di negoziazione in flessione del 36,6%. Sul calo dell'utile nel secondo trimestre pesano i minori ricavi di intermediazione. Intanto Unicredit ha già ricevuto «un buon numero di manifestazioni di interesse» per la controllata nell'asset management Pioneer. «In settembre - ha spiegato Profumo - andremo avanti in modo più operativo» nel processo relativo alla valorizzazione della società.

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