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Via al caro-pedaggi, colpiti i pendolari

Il casello autostradale  della Napoli-Salerno

Caselli sul Gra, Alemanno: "Li sfondo"

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Viaggiare sulle autostrade da oggi sarà più caro. Secondo quanto è previsto dalla manovra, scattano da oggi gli aumenti dei pedaggi. I rincari riguarderanno anche il Raccordo anulare e la Roma-Fiumicino: 1 euro per auto e moto e 2 euro per i camion. Non saranno però installati nuovi caselli. Gli aumenti saranno pagati solo da chi transita per le autostrade che si connettono al Raccodo e alla Roma-Fiumicino. Questo significa che pagherà solo chi arriva nella Capitale o ne esce in autostrada attraversando il Raccordo. Non paga invece chi non passa dalle autostrade. I caselli nei quali è prevista la maggiorazione di 1 e 2 euro sono Roma Nord, Fiano Romano, Roma Est, Lunghezza, Settecamini, Ponte di Nona, Roma Sud, Roma Ovest, Maccarese Fregene, Nocera, Cava de' Tirreni, San Gregorio, Buonfornello, Mercato S. Severino, Avellino Est, Firenze-Certosa, Valdichiana, Ferrara Sud, Benevento, Falchera, Bruere, Settimo Torinese, San Benedetto del Tronto, Chieti-Pescara, Pescara Ovest Chieti, Lisert sulla A4. È evidente che sono penalizzati i pendolari. Oltre alla maggiorazione forfettaria di 1 e 2 euro c'è anche un aumento da 1 a 3 millesimi di euro per chilometro su tutte le autostrade d'Italia. In questo caso gli aumenti delle tariffe andranno da un minimo dell'1,5-2% fino anche al 5%. Le entrate derivanti dall'attuazione del provvedimento andranno a riduzione dei contributi annui dovuti dallo Stato per investimenti relativi a opere e interventi di manutenzione straordinaria anche in corso di esecuzione da parte dell'Anas. Per far fronte alle proteste è intervenuto il presidente dell'Anas Pietro Ciucci: «Ma quale stangata? Per quanto riguarda l'aumento generalizzato delle tariffe autostradali è previsto un millesimo per ogni chilometro percorso da un autoveicolo, il che vuol dire che per pagare 50 centesimi bisogna andare da Roma fino a Milano, quindi fare 500 chilometri di autostrada. È diverso il provvedimento che riguarda l'introduzione in maniera forfetizzata di un pedaggio di alcune tratte autostradali che prima erano gratuite».   Quanto al Grande Raccordo Anulare della Capitale, Ciucci ha precisato che «non ci saranno nuovi caselli. Si tratta di un pedaggio forfetizzato che verrà pagato dagli utenti in transito alle stazioni finali delle autostrade che convergono sul Gra, come se una prosecuzione dell'autostrada stessa fosse il raccordo Anulare. Chi utilizza localmente il Raccordo, come se fosse una viabilità urbana, non pagherà pedaggio». Le polemiche si concentrano non solo sull'onere diretto sulle tasche degli automobilisti ma anche sui rincari che arriveranno in modo indiretto. Il direttore generale di Federlazio, la federazione delle pmi del Lazio, Giovanni Quintieri, sottolinea che per «le piccole imprese è un'altra tassa che va incidere sui conti e che le imprese scaricheranno sui costi dei prodotti e dunque a pagherà il consumatore finale». Il Presidente della Confesercenti Valter Giammaria fa due conti: il costo aggiuntivo per le imprese, se consideriamo il conto terzi con un ingresso medio giornaliero di 10.000 automezzi, porterebbe ad una prima e orientativa quantificazione di costo annuo pari 2,5-3 milioni di euro, considerando un costo sulle attività di trasporto di circa 2 euro per i mezzi fino a 35 Quintali e di circa 3 euro per i mezzi più grandi. A questo si deve aggiungere il dato, difficilmente quantificabile del conto proprio che farebbe quanto meno raddoppiare tale costo aggiuntivo. Tutto questo peserà non solo sulle imprese, ma avrà una ricaduta anche sui consumi e sui prezzi. Intanto il Codacons annuncia un ricorso al Tar del Lazio. Il presidente Carlo Rienzi spiega che saranno penalizzati esclusivamente i cittadini che abitano fuori dal Grande Raccordo Anulare, e che utilizzano con frequenza arterie di interconnessione come l'A24 o l'A12. «Ci sarà una disparità tra i pendolari che si spostano in auto, e per i quali il nuovo balzello peserà come un macigno e i cittadini che invece risiedono all'interno del Gra». Al Tar del Lazio farà ricorso anche la Provincia di Torino che è convinto che anche altre Province seguiranno la stessa strada.  

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