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Il superyuan fa volare le Borse europee

Yuan, le banconote della valuta cinese

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L'inizio della settimana ha portato il sole sulle Borse europee. La decisione della Banca centrale cinese di allentare i vincoli alla flessibilità dello yuan, la moneta nazionale, ha aperto nuove prospettive per le imprese esportatrici e ha sparso fiducia sulle piazze finanziarie. Così a fine giornata Londra ha guadagnato lo 0,92%, Parigi l'1,33%, Francoforte l'1,22% mentre a Milano l'Ftse Mib ha chiuso a +0,23%. L'iniziativa delle autorità monetarie della Repubblica popolare era chiesta da tempo dal governo degli Stati Uniti e dall'Ue. Perché la politica di cambio sostanzialmente fisso tra lo yuan e le altre monete, con margini minimi di oscillazione, sottovalutava agli occhi molti la valuta cinese e penalizzava le esportazioni occidentali. La Banca centrale cinese ha risposto sabato, anticipando le richieste che sarebbero probabilmente arrivate al G20 in programma per sabato e domenica a Toronto.   E ha annunciato una riforma del cambio per renderlo più flessibile. Così ieri mattina, dopo aver fissato come ogni giorno il cambio con il dollaro a 6,8275 yuan, ha lasciato apprezzare la divisa dello 0,42% a 6,7976 per dollaro, vicino al limite massimo dello 0,5%: il valore più alto della moneta dal 2005. La Bce e Washington hanno accolto con favore la decisione, e anche se molti analisti non nascondo il timore il rialzo di ieri potrebbe non ripetersi in futuro, i mercati Europei hanno accolto con entusiasmo la decisione. La crescita è stata generale ed è stata guidata soprattutto dai titoli delle società più attive sul mercato dell'export. A Piazza Affari hanno guadagnato Fiat (a +1,75%), Pirelli (+1,55%) e Bulgari (+3,48%). Mentre il prezzo delle materie prime, che è sempre espresso in dollari, è cresciuto contando su un aumento della domanda cinese: l'oro è volato oltre i 1.265 dollari per oncia.  

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