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Barack Obama ai leader del G20: se ci dividiamo la ripresa è a rischio

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Barack Obama

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La ripresa economica rischia di essere affossata dalle crescenti divisioni tra i membri del G20 sulle questioni cu cui un anno fa si era annunciata la massima cooperazione. È questo l'allarme che lancia Barack Obama in una lettera inviata ai leader del G20, ad una settimana dal vertice di Toronto, in cui, sottolinea oggi il Washington Post, si fa riferimento in modo «indiretto ma inequivocabile ad una consistente lista di argomenti su cui vi è disaccordo tra le nazioni del G20, tra le quali la politica monetaria cinese e gli improvvisi drastici tagli dei budget in Europa». RAFFORZARE LA RIPRESA - «Ci incontriamo in un momento di nuove sfide per l'economia globale, dobbiamo agire insieme per rafforzare la ripresa»: ha scritto infatti il presidente americano nella lettera anticipata già ieri dalla Dpa, in cui si sottolinea la necessità di sfruttare l'incontro di Toronto come un'occasione per riaffermare la nostra «unità di intenti» per favorire la crescita economica e stabilizzare una ripresa dopo la crisi di fronte alla «significativa debolezza» che ancora mostrano molte economie del paese. Questo significa per Obama mantenere vivi gli stimoli economici varati per uscire dalla crisi, posizione che segna una differenza con l'Europa che, allarmata da crisi greca, sta adottando piani di austerity e tagli alla spesa pubblica che l'Fmi sostiene sono appropriati per la maggior parte dei paesi indebitati, come la Grecia e la Spagna, ma rischiano di compromettere la ripresa nei paesi dove il debito del governo non è un problema così urgente e la crescita rimane ancora incerta, sottolinea oggi il Post.   DEFICIT STRATOSFERICO - «Sono impegnato ad una politica per ristabilire un debito più sostenibile - scrive Obama che a casa deve fare i conti con un deficit federale stratosferico - è essenziale i temi e il ritmo di consolidamento di ogni economia si accordi ai bisogni dell'economia mondiale, la domanda nel settore privato e le circostanze nazionali». Gli Stati Uniti, aggiunge ancora, si sono posti degli obiettivi di riduzione del debito per il 2013 ma intanto «continueranno ad adottare misure per favorire la ripresa nel settore privato e far ritornare i disoccupati al lavoro». È quanto, in termini più diretti ha detto il vice presidente Joe Biden ai giornalisti: «non è il momento di togliere il piede dall'acceleratore, dobbiamo continuare a creare posti di lavoro e favorire la ripresa del mercato del lavoro». Per quanto riguarda la Cina, anche in questo caso Obama non fa riferimento direttamente a Pechino ma nella lettera esprime la sua preoccupazione per «la continua massiccia politica di export di alcuni paesi che hanno già degli ampi surplus esterni. E poi il riferimento alla questione dello yuan, di cui gli Stati Uniti continuano a chiedere da mesi una rivalutazione con Pechino che ha già fatto sapere che non intende discutere della questione a Toronto: "voglio anche sottolineare come tassi di cambio orientati dal mercato siano essenziali per un'economia globale vitale".

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