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Eni scommette sulla ricerca giovane

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I premi del Cane a Sei Zampe anche a due italiani: Matteo Mauro e Lorenzo Fagiano

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Èquesto il futuro della ricerca secondo Eni, che ha concluso ieri l'edizione 2010 degli Eni Awards - i nobel dell'energia - con una lectio magistralis dei membri della comunità scientifica insigniti del premio. Fra loro anche i giovani Matteo Mauro, di 26 anni, e Lorenzo Fagiano di 29, vincitori dell'Award «Debutto nella ricerca», che Eni dedica agli studiosi che muovono i primi passi nel mondo della ricerca. Per l'edizione 2010, fra i centinaia di giovani di tutto il mondo che hanno presentato domanda, sono stati scelti per meriti proprio loro: un dato che lascia ben sperare. Mauro, leccese ma laureato a Bari, lavora in Germania. Nella sua ricerca di dottorato ha indagato lo sviluppo di nuovi materiali, di minor costo e maggior efficienza, da impiegare negli Oled, i led che permettono schermi più sottili e luci più bianche. Fagiano, invece, lavora con il vento: con il politecnico ha realizzato un generatore eolico che cattura il vento ad alta quota, grazie a un dispositivo simile a un aquilone. «Tra i 200 e i 1000 metri d'altezza - spiega - i venti sono forti e costanti anche quando a terra sono deboli». Il risultato è uno strumento che permette anche a zone poco ventose (come la pianura padana) di installare postazioni eoliche. Alla lectio magistralis, tenutasi presso l'Accademia dei Lincei a Roma, c'erano anche gli altri vincitori degli Eni Award di quest'anno: lo spagnolo Avelino Corma e l'australiano Mark Knackstedt, premiati per le innovazioni nel settore idrocarburi, e Angela Belcher, del Mit di Boston. Che ha sviluppato materiali ibridi innovativi, di natura organica-inorganica, che promettono di ridurre drasticamente i costi degli accumulatori energetici, indispensabili nei generatori eolici. In qualità di ospite c'era anche Robert Richardson, premio Nobel per la fisica nel 1996. Che ha mandato il suo incoraggiamento alle nuove generazioni di ricercatori: «bisogna sempre seguire la propria passione - ha detto - anche quando nessuno vi comprende. Neanche Leonardo DaVinci era compreso dagli uomini del suo tempo». Il Nobel ha poi elogiato l'Eni per l'istituzione degli Eni Awards. «Iniziative come queste, dedicate alla ricerca anche teorica, fanno bene alla scienza». Una tematica condivisa dal Presidente di Eni, Roberto Poli. Che introducendo la lectio magistralis, ha spiegato perché l'azienda abbia fatto della ricerca uno dei suoi campi di azione principali. «Soltanto le nuove tecnologie e la ricerca - ha spiegato Poli - ci permettono di conciliare una dicotomia apparente: quella di aver bisogno, in futuro, di sempre maggiore energia nel mondo, e dall'altra parte di dovere affrontare problemi di impatto ambientale sempre più impellenti». La tecnologia che attualmente sembra più adatta a svolgere questo difficile compito, ha spiegato, è il solare. «Collaboriamo con moltissime università, tra le quali numerosi politecnici italiani e, nel campo del solare», ha sottolineato. «E crediamo che tra tutte le fonti di energia alternative la nuova frontiera del solare sia la più promettente».

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