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Borse in balia della sfiducia

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Peri mercati europei è stata un'altra giornata di passione. Con un occhio rivolto a Berlino e un altro a Wall Street i listini hanno prima proceduto in modo incerto poi hanno virato al ribasso in concomitanza con l'apertura di Wall Street. Risultato: sono andati in fumo altri 104 miliardi di euro. A determinare questo nervosismo e la conseguente estrema volatilità è non solo il perdurare dello scetticismo sulla possibilità delle economie dei Paesi in crisi di farcela ma anche la stretta sulle vendita allo scoperto annunciata dalle autorità tedesche. La decisione della Germania di bloccare temporaneamente le vendite allo scoperto delle azioni dei dieci principali gruppi finanziari nazionali, di bond denominati in euro ha innescato le voci riguardo a una possibile adozione di tale manovra anche da parte degli altri Paesi della zona euro. A mettere in fibrillazione i mercati anche le dichiarazioni contrastanti giunte nel giro di due giorni. Dopo i timori espressi dal Cancelliere Angela Merkel («L'euro è in pericolo e se la valuta unica dovesse fallire, allora fallirebbe anche l'Europa»), ieri il ministro francese delle Finanze, Christine Lagarde, ha ribattuto che la valuta europea non corre nessun rischio e ha criticato la scelta unilaterale di Berlino sul bando delle vendite allo scoperto. Segnali negativi sono arrivati dagli Stati Uniti, con il superindice dell'economia americana calato a sorpresa e le richieste di sussidi di disoccupazione risultati nettamente peggiori delle attese. Oggi poi ci sarà il voto del parlamento tedesco sugli aiuti alla Grecia mentre a Bruxelles si riunirà la task force dei ministri delle finanze europei. C'è infine un altro fattore di instabilità che impatta sui mercati: la preoccupazione che i piani di austerità varati dai Paesi in crisi possano condizionare negativamente i consumi. Tant'è che i cali maggiori si sono fatti sentire sul settore dell'auto (-3,56%) e delle costruzioni (-2,78%). A Piazza Affari (l'indice Ftse Mib è sceso dell'1,69%) hanno perso terreno quindi oltre a Impregilo (-3,30%), Exor (-2,87%) e la partecipata Fiat (-2,37%). Parigi lascia sul terreno il 2,25%, Francoforte arretra del 2,02%, Madrid cede l'1,13% e Atene del 3,85%. Rimane teso il mercato dei titoli di stato. I rendimenti dei Bund decennali hanno segnato nuovi minimi da almeno 20 anni portandosi al 2,68%. I bond spagnoli hanno vissuto invece il sesto giorno consecutivo in frenata, con rendimenti dei titoli a 10 anni in rialzo di 3 punti base al 4,05%. Persistono tensioni anche sui titoli italiani, con rendimenti saliti di 8 punti base al 3,97% (128 punti lo spread sul Bund). Intanto l'Osservatore Romano oggi mette l'accento sulle tensioni tra Parigi e Berlino e avverte: la moneta unica divide l'Europa.

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