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Freno a cartella pazza

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Unnuovo rapporto tra il fisco e il contribuente inseguito a volte ingiustamente dalle richieste della società di riscossione dello Stato. È quello che vuole inaugurare Equitalia con una sorta di stop preventivo alla cartella pazza. Il contribuente che riceverà dal fisco una richiesta per un pagamento già effettuato ha una nuova arma per fermare le «avances» dell'erario. Se è sicuro di aver già onorato il debito e può fornire le prove può stoppare sul nascere l'avvio della procedura coattiva (dalle ganasce fiscali fino all'ipoteca sulla casa) che per legge deve comunque partire non appena Equitalia riceve gli atti dalle amministrazioni che hanno elevato le infrazioni e non hanno ricevuto il pagamento. Basterà inviare un'autodichiarazione per sospendere la procedura di riscossione. Ma il meccanismo funzionerà solo se la richiesta riguarda tributi già pagati o interessati da un provvedimento di sgravio o sospensione. L'obiettivo di Equitalia è quello di «migliorare sensibilmente la relazione con i debitori iscritti a ruolo». Nella direttiva inviata a tutte le controllate territoriali la società spiega «il perdurare di alcune disfunzione del sistema» impongono «una profonda riflessione per modificare i nostri standard di operatività». «Fino a ieri il contribuente che si presentava allo sportello di Equitalia sostenendo di aver pagato le somme riportate nella cartella di pagamento (siano esse relative a multe stradali, mancati versamenti dell'Irpef o dei contributi Inps ecc.) chiedeva all'agente della riscossione spiegazioni. Quest'ultimo, non possedendo informazioni a riguardo, invitava il cittadino a rivolgersi direttamente all'ente creditore». Ora invece, in base alla direttiva emanata, «qualora il contribuente sia in grado di produrre un provvedimento di sgravio o di sospensione emesso dall'ente creditore in conseguenza della presentazione di un'istanza di autotutela, una sospensione giudiziale oppure una sentenza della magistratura, o anche un pagamento effettuato in data antecedente alla formazione del ruolo in favore dell'ente creditore, la riscossione sarà immediatamente sospesa». La procedura prevede comunque che «entro i successivi dieci giorni, l'agente della riscossione porterà all'attenzione dell'ente creditore la documentazione consegnata dal debitore, al fine di ottenere conferma o meno dell'esistenza delle ragioni di quest'ultimo». Sarà in pratica una controprova che, però, non sarà scaricata sulle spalle dei contribuenti. Inoltre - è scritto nella direttiva - «in caso di silenzio degli enti, le azioni volte al recupero del credito rimarranno comunque sospese». Il cerchio, in pratica, sarà così chiuso. E, se la procedura si rivelerà efficace, si potrà accendere semaforo rosso alle Cartelle Pazze.

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