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Atene a un passo dall'abisso

Grecia, il Partenone ad Atene

Ma la crisi greca non ci tocca

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Sarà un vertice straordinario dell'Eurogruppo, che si terrà al più tardi il 10 maggio prossimo, a dover dare il via libera agli aiuti alla Grecia. Questa l'indicazione giunta da Bruxelles al termine di una giornata decisamente nera per i mercati. Che la situazione fosse vicino al collasso per Atene lo si era dedotto ieri dal tono delle dichiarazioni del Fondo Monetario Internazionale: «Senza aiuti la situazione è insostenibile» ha sibilato il direttore generale Dominiquue Strauss Kahn. E non poteva essere altrimenti in un pomeriggio che ha visto l'agenzia internazionale Standard and Poor's annunciare il declassamento del rating sovrano della Grecia, portandolo a livello «junk». Un termine che equivale a considerare i titoli dello stato ellenico come spazzatura. E che ha dato ai mercati europei brividi che non si avvertivano da tempo. Le borse Ue hanno mandato in fumo, infatti, circa 160 miliardi di euro di capitalizzazione dell'indice paneuropeo Stoxx 600 che ha ceduto il 3,13%, con un ribasso accentuato negli ultimi minuti dopo il taglio al rating. Ad accusare la perdita più grave la piazza finanziaria di Atene che ha perso oltre il 6% del suo valore. Ma i danni si sono ingigantiti anche per il contemporaneo abbassamento del voto finanziario al Portogallo. Così anche la borsa di Lisbona è stata bersagliata da vendite fuori misura. Nessun rischio sembra per ora correre l'Italia. Nonostante l'enorme debito pubblico la cura di Tremonti nel mantenere il rigore del bilancio ha evitato il peggio. L'agenzia di rating Moody's ha rimarcato che per Roma «non c'è nessuna revisione in corso». Una notizia importante perché l'abbassamento del giudizio comporta un interesse più elevato da pagare per convincere gli investitori a sottoscrivere titoli pubblici. E ieri è stata proprio Atene a non riuscire a collocare quote di debito a banche e istituzioni finanziarie ormai impaurite dal possibile crac finanziario del paese ellenico. A poco è valso il commento del presidente della Banca Centrale Europea, Jean Claude Trichet, che ha escluso fermamente il default di Atene. Che attende come la manna gli aiuti sotto forma di prestiti da parte dell'Europa e del Fmi. Da parte sua, la Grecia ha fatto sapere di aver bisogno di «tempo e di serenità» per completare le profonde riforme che sono necessarie. Così ha detto il premier greco George Papandreou che il 5 maggio dovrà confrontarsi con un nuovo sciopero generale. Il tempo a disposizione è poco. Senza i 45 miliardi di prestiti la situazione sarà tragica. L'Italia è pronta a stanziare 5,5 miliardi con un decreto. Ora il pallino è nelle mani della Germania.  

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