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Fiat alla prova del piano Marchionne

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Sitratterebbe di un buon risultato soprattutto perché si innesta in un contesto molto difficile per il settore dell'auto tra i più penalizzati dalla crisi economica. I risultati saranno comunicati domani dal Lingotto in via ufficiale contestualmente all'atteso piano industriale 2010-2014. Il piano che l'amministratore delegato Sergio Marchionne presenterà alla comunità finanziaria chiarirà anche se la strada che il Lingotto intende imboccare è quella dello scorporo dal gruppo del settore auto per collocarlo in Borsa. Le ipotesi allo studio sono due: quella di creare una società nella quale fare confluire le attività auto di Fiat e Chrysler lasciando nella vecchia società le altre attività industriali (Iveco, Cnh, Teksid, Magneti Marelli, Comau) oppure, in alternativa, togliere dalla Fiat le attività non auto. Oltre alle modalità, se l'operazione sarà varata, bisognerà capire i tempi entro i quali verrà attuata. Collegata all'eventuale decisione dello spin off c'è la questione del rapporto futuro tra la famiglia Agnelli e l'Auto. L'operazione potrebbe in prospettiva condurre a una diluizione della quota di controllo della dinastia torinese che manterrebbe comunque, attraverso la finanziaria Exor, una quota rilevante. Nell'incontro di domani, lungo almeno sei ore secondo le previsioni della società, si conosceranno nei dettagli anche i numeri sulla produzione Fiat-Chrysler (l'obiettivo è 5,5 milioni di auto da produrre all'anno in tutto il mondo entro il 2014), i nuovi modelli in arrivo (ne sarebbero previsti 16), i mercati sui quali il gruppo sarà presente con un occhio particolare a Russia, Cina, Brasile e Nord America. Nel frattempo tra gli analisti si fanno alcune previsioni. In base alle stime di un pool di 23 analisti, l'utile della gestione ordinaria a gennaio-marzo sarebbe pari a 345 milioni per il gruppo (da un rosso di 48 milioni un anno prima) e a 110 milioni per l'auto (da perdite per 30 milioni).

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