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Non c'è solo il risiko Mediobanca-Generali.

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Nell'agendadel comitato strategico di lunedì c'è il progetto sulla banca unica, dopo lo stop della scorsa settimana alla vigilia della diffusione dei dati di bilancio. L'amministratore delegato, Alessandro Profumo farà il punto sul piano di fusione nella holding delle controllate con i suoi vice, Paolo Fiorentino, Roberto Nicastro, Sergio Ermotti anche alla luce del malessere mostrato dagli azionisti per la governance post riorganizzazione. A quanto risulta si entrerà più nel dettaglio sulla figura del country manager per l'Italia, punto di equilibrio nei delicati rapporti che si sono venuti a determinare con i soci, e in particolare, con le Fondazioni. È poi chiaro che Profumo, dopo una settimana lontano dal quartier generale di Piazza Cordusio, si voglia sedere attorno ad un tavolo con la sua prima linea e affrontare la questione nei particolari e a quattr'occhi. I colloqui dei prossimi giorni, ma anche i comitati strategici che seguiranno (29, 31 marzo e uno a ridosso del cda straordinario del 13 aprile) rientrano, si fa notare, nella logica degli approfondimenti, indicati a suo tempo dal presidente, Dieter Rampl. Il progetto della superbanca ha suscitato perplessità non solo da parte delle Fondazioni. Anche la Banca d'Italia sarebbe piuttosto fredda sul piano. Via Nazionale avrebbe posto un problema di competenza territoriale delal Vigilanza italiana cu una entità che sarebbe al tempo stesso una holding di controllo di un gruppo presente in 22 Paesi nel mondo e una banca domestica. A sbarrare la strada a Profumo ci si è messa anche la Lega con il ministro Zaia, candidato alla presidenza del Veneto, regione che ha tra gli azionisti dell'istituto due fondazioni: Cariverona (primo socio italiano con il 4,89%) e Cassamarca (socia con lo 0,8%).

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