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Unicredit sceglie i viceré

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Nonsi annuncia semplice per Alessandro Profumo, ad di Unicredit, la nomina dei presidenti territoriali. E cioè di quelle figure aziendali previste nel piano di riorganizzazione (approvato dal cda di Piazza Cordusio il prossimo martedì) e che dovranno creare un forte legame con le istituzioni e i clienti locali. Saranno loro la cerniera operativa tra la banca che fonderà ad agosto in un'unica holding le diverse anime ancora distinte sul piano legale (Unicredit Banca con sede a Bologna, Unicredit Banca di Roma, Banco di Sicilia, Unicredit Private Banking a Torino e Unicredit Corporate Banking a Verona) e le istanze dei clienti raccolte nei territori di riferimento. Un ruolo importante, dunque, sulla cui scelta legata anche al rispetto delle peculiarità della aree nelle quali sono previsti, sono emerse le prime criticità. Così secondo quanto risulta a Il Tempo non ci sarebbero ancora candidature di massima nelle aree previste del Nord Italia. Le fondazioni azioniste del gruppo bancario, infatti, non avrebbero ancora trovato un gradimento unanime sui nomi dei candidati. Non ci sarebbe però una particolare fretta. Il passaggio del piano organizzativo al cda di dopodomani infatti è solo formale. Da quel momento comincerà un lungo iter per mettere in pista tutte le direttive previste. Intanto però è naturale che nella scelta dei vari presidenti le fondazioni forti territorialmente e grandi azioniste di Piazza Cordusio vogliano far sentire la loro voce. Tutto fermo dunque per ora. Così non sembra essere, invece, secondo le indiscrezioni raccolte da Il Tempo per la stessa carica nella regione commerciale che comprende il Lazio e Roma. In questo caso ci sarebbe già una sostanziale convergenza di management, cda e azionisti, a favore di Antonio Muto, già direttore del mercato Centro Sud Italia di Unicredit Corporate Banking e vice direttore generale dello stesso istituto nato per gestire le attività del gruppo con le imprese italiane che hanno fatturati annui superiori ai 3 milioni. Muto è salernitano, ha dalla sua parte una conoscenza molto approfondita del territorio di Roma e di tutto il centro Sud. Il manager ha infatti ricoperto nel passato l'incarico di vice direttore generale della Banca di Roma ed è stato responsabile della funzione crediti di Capitalia. Insomma tutte le carte tecniche in regola per comprendere le esigenze che dalle imprese saranno rivolte a quella che continua a restare uno colosso bancario nella regione e nella Capitale. Come detto però il tempo non manca per trovare la «quadra» nelle caselle dell'organigramma, che dovrebbero essere in tutto sette. Il piano di riorganizzazione chiamato «Insieme per il cliente» avrà il via libera il 16 marzo ma la fusione sarà sancita dal cda del 3 agosto. Per giugno è poi attesa l'autorizzazione della Banca d'Italia e solo il primo novembre 2010 l'operatività vera.

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