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Olimpiadi di Roma e del Mediterraneo

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«Le Olimpiadi di Roma del 2020? Noi le vorremmo pensate come le Olimpiadi di tutto il Mediterraneo. Una dimostrazione ai popoli della terra che una nuova fase di sviluppo è possibile per la nostra area». Ad augurarselo è il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, dalla Sala Giulio Cesare del Campidoglio, nel suo saluto di benvenuto al II Forum Economico del Mediterraneo. L'auspicio olimpico del primo cittadino potrebbe sembrare una provocazione: le Olimpiadi del 2020, formalmente, non sono state assegnate. Alemanno stesso lo sottolinea: «È chiaro che non pensiamo di fare nessun ragionamento fuori dal nostro Paese prima che il Coni abbia scelto quale sarà la candidata italiana». Ma il messaggio è chiaro: le Olimpiadi potrebbero essere per Roma e per l'Italia un'occasione in più per spingere verso l'integrazione economica fra i paesi del Mediterraneo. «Roma - spiega infatti il sindaco - deve creare un network con le altre realtà metropolitane del bacino, in vista del grande appuntamento dell'area di libero scambio euro-mediterranea». Un'integrazione che a Roma, in un certo senso, si è già realizzata. Come spiega Aurelio Regina, Presidente dell'Unione Industriali di Roma, secondo cui il dinamismo economico della Capitale «è dovuto anche all'apporto di tanti immigrati provenienti dai Paesi mediterranei che a Roma lavorano e creano imprese». Ed è proprio l'integrazione economica del Mare Nostrum il leit motiv dell'evento, organizzato, fra gli altri, da Ice, Abi, Uir e Confindustria, con il supporto del Ministeri degli Affari Esteri e dello Sviluppo Economico. «Si tratta di un obiettivo», spiega il ministro dello Sviluppo Economico Scajola, «ambizioso ma raggiungibile». E spinge per la creazione di «un'area di libero scambio euromediterranea , allargata a 600 milioni di abitanti, entro il 2012». Ed è proprio attraverso la cooperazione fra le due sponde, secondo il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, che può passare la via della ripresa. Sulle Olimpiadi la Marcegaglia apre un altro fronte: «Roma e Venezia. Sono due nostre città e quindi, come Confindustria, l'importante è che vinca un'italiana. Vanno bene entrambe». Una presa di posizione alla quale risponde Cesare Pambianchi di Confcommercio Roma: «Ci lascia perplessi. Affermare che le candidature di Roma e Venezia si equivalgono significa non riconoscere alla nostra città un patrimonio storico, economico, turistico e dimensionale che Venezia non può certo vantare».

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