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Acea, dai legali il sì alla guerra contro i francesi

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Aceaprepara la campagna di Francia. La società di Piazzale Ostiense sembrerebbe orientata ad andare allo scontro con il partner transalpino e di demandare la soluzione del contrasto con la Gdf-Suez sulla gestione dell'utility capitolina all'arbitrato di Ginevra. A confortare il socio di maggioranza, il Comune di Roma, nel portare le carte di fronte a un giudice terzo in Svizzera sarebbe stato il parere richiesto, nei giorni scorsi, ad alcuni consulenti legali da parte dei vertici dell'azienda. Le carte sono state studiate punto per punto da esperti in diritto societario e il verdetto che sarebbe stato consegnato, secondo quanto risulta a Il Tempo, darebbe una possibilità molto alta all'Acea di ottenere una vittoria sulla società di Parigi. L'oggetto del contenzioso riguarda in particolare gli accordi nella gestione delle sotto aziende (collocate sotto il cappello della holding nella quale il Comune di Roma ha una partecipazione del 51% e i francesi una quota del 9,98%) e che si occupano di trading, produzione e vendita di energia ai clienti finali. Le intese iniziali siglate da Parigi con la giunta Veltroni sono state rimesse in discussione con l'arrivo in Campidoglio di Gianni Alemanno. Il motivo: il forte sbilanciamento a favore dei francesi dei profitti generati dalle tre sotto aziende. Una impasse (francese d'obbligo in questo caso) che ha bloccato di fatto lo sviluppo della società in un confronto che è durato oltre un anno. Fino all'ultimo cda che ha di fatto sancito una rottura (inizialmente solo formale visto che gli sherpa delle due società hanno continuato a lavorare nei giorni successivi per trovare un compromesso) ma che alla fine si è tramutata in una distanza assolutamente incolmabile tra le parti. E che ha consigliato al presidente Giancarlo Cremonesi e all'ad Marco Staderini la richiesta di un parere legale a un consulente. A Piazzale Ostiense le bocche restano assolutamente cucite e non trapela nessuna conferma sulla richiesta e sull'arrivo dei pareri. Ma le indiscrezioni raccolte da Il Tempo parlano di un clima ormai quasi irrecuperabile tra i soci. All'orizzonte si profila dunque il ricorso all'arbitrato previsto negli atti di costituzione della joint venture italo-francese. E che dovrebbe essere depositato presso la Camera di Commercio di Parigi ma istruito a Ginevra alla presenza di tre giudici: uno nominato da Acea, un secondo da Suez-Gdf e un terzo indipendente. Una strada lunga 18-24 mesi ma che farebbe chiarezza una volta per tutte.

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