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Scajola lascia l'auto a secco Stop ai bonus rottamazione

Claudio Scajola

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La Fiat non li voleva. L'ad Sergio Marchionne lo aveva detto chiaramente: «Non faremo drammi se saranno eliminati». Il mercato chiedeva certezza: la possibilità di ottenere un sconto all'acquisto aveva infatti congelato il mercato. Così il ministro Scajola ieri ha sciolto ogni riserva: niente incentivi all'auto (se non per ricerca e innovazione nel comparto) e utilizzo degli scarsi fondi a disposizione per incentivare l'acquisto di altri beni di consumo. Non specificati dal ministro ma sulla scorta delle dichiarazioni non potranno non essere premiati gli elettrodomestici, i mobili e il tessile. La decisione quasi improvvisa e soprattutto inattesa arriva dal ministro in Spagna, a San Sebastian, per l'inconto informale con i ministri e dove ha fatto l'ultimo sondaggio sulle intenzioni degli altri governi del Vecchio Continente. La parola d'ordine "exit strategy". E, l'Italia, è deciso, sarà tra quelli che anticiperanno la tendenza. La decisione coglie di sorpresa gli addetti. Il Centro studi Promotor ha addirittura calcolato che senza incentivi, nel 2010 il mercato dell'auto scenderebbe in Italia a circa 1,75 milioni di immatricolazioni e di conseguenza il gettito erariale legato all'Iva subirebbe un calo di 1,2 miliardi di euro rispetto al 2009. Negativa anche la reazione sui mercati su Fiat che chiude in Borsa con un calo del 2,53%. Da San Sebastian, arriva però un'indicazione anche per Termini Imerese. Scajola si è convinto che proprio l'auto elettrica possa essere la produzione su cui puntare per mettere assieme le forze per il rilancio del sito produttivo siciliano. È «una soluzione possibile» ha annunciato il Ministro che avrebbe preso contatti con i francesi per allacciare una collaborazione sullo studio e implementazione delle batterie di alimentazione. E questo, proprio nel giorno in cui è stata presentata la «Maranello», prima auto elettrica interamente progettata e costruita in Sicilia e, nonostante il nome, non da Fiat. Il governo, in ogni caso, per Termini Imerese è contrario a «un utilizzo diverso da quello industriale» e, assicura sempre Scajola, si augura che in Sicilia si possa puntare ad un impianto «all'avanguardia, possibilmente legato all'auto».

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