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Barack dimentica il sostegno allo sviluppo dei sub prime

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AWashington, ieri il presidente Usa ha annunciato un piano dai toni populisti volto a rifare le regole del credito. Al centro del progetto c'è un mix di nuove imposte sulle banche maggiori, ulteriori norme che limitino l'iniziativa degli istituti bancari, altri apparati (un'agenzia per la protezione dei consumatori) che verranno ad aggiungersi a quelli già esistenti. Nell'insieme, la sensazione che se ne ricava è che una cattiva lettura di quanto è avvenuto negli ultimi due anni stia suggerendo risposte sbagliate. Obama sembra voler ignorare che la crisi si è sviluppata in un settore - quello dei mutui per la casa - dominato dalla politica e fitto di lacci e lacciuoli. Se le banche hanno assunto rischi eccessivi è perché spesso sono state obbligate a concedere prestiti anche a chi (specie nelle minoranze) non era in grado di restituire i soldi ricevuti. Vale anche la pena di ricordare come negli anni scorsi lo stesso Obama sia stato in prima linea nel movimento che ha imposto alle banche questi comportamenti. D'altra parte, per migliorare la qualità del sistema finanziario si può seguire la via statalista e moltiplicare norme e controllori oppure quella liberale, che consiste nell'aumentare la competizione e indurre così le aziende a operare al meglio, dando davvero al cliente la facoltà di decidere del loro destino. Su un punto l'intervento di Obama è apparso convincente: quando ha sostenuto che la teoria dominante fino ad oggi secondo cui vi sono alcune banche che sono troppo grandi per fallire (too big too fail) è inaccettabile. Ha ragione, poiché se falliscono mille imprese con dieci dipendenti non si capisce perché non possa fallire un'impresa che ne ha diecimila. Gli atti contano però più delle parole, e finora l'amministrazione non ha mai fatto mancare sussidi e aiuti ai grandi gruppi che li richiedevano. La politica ha le sue logiche, si dirà, ma allora non ci deve stupire se poi si perde anche quel seggio senatoriale che Ted Kennedy aveva difeso per ben 47 anni.

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