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La giusta imposta poggia sul consenso

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Riguardole tasse noi italiani ci siamo sempre lamentati a ragione. Proclami relativi alla lotta contro l'evasione sono stati numerosi. Ci era stato detto che se tutti avessimo fatto il nostro dovere le imposte sarebbero diminuite. Da quanto è stato annunciato anche dal Presidente Berlusconi si dovrà, innanzitutto provvedere alla semplificazione evitando, per pagare tributi, di districarsi in una selva oscura. Si cominci, scrive Tremonti, "con due aliquote oneste 23% e 33%; l'evasione si abbatte solo con un sistema fiscale giusto, basato su una vasta no tax area che mette fuori fisco i soggetti e gli elementi di reddito deboli e meritevoli. La giusta imposta oltre a ridurre l'evasione fa respirare e crescere l'economia». La giusta imposta è «non l'espressione del potere statale ma anche e soprattutto il segno del consenso sociale». Una riforma fiscale presuppone un progetto ampio. Lo Stato italiano è tra i più indebitati del mondo ma la famiglia risparmia nonostante la crisi. Una riforma fiscale, tutti devono pensare al Paese senza bizantinismi strumentali, dovrà eliminare la percezione di un fisco poliziesco. Le persone producono le cose. Le tasse per quanto possibile andranno spostate sulle cose rendendo il territorio responsabile. Facendo sentire i cittadini liberi di produrre e pagare i servizi dello Stato si arriverà alla riforma fiscale che porterà alla riduzione delle imposte con vantaggi per tutti.

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