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«Intesa vantaggiosa in arrivo per i soci di Acea»

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Siscaldano i motori o forse è meglio dire le turbine in casa Acea, l'utility romana, in vista del consiglio di amministrazione nel corso del quale i vertici dell'azienda dovrebbero illustrare la nuova proposta per mettere tutti d'accordo sul nuovo assetto societario dopo un anno di frizioni tra il Campidoglio e i soci francesi della Gaz de France-Suez. La mediazione che operativamente è portata avanti dal presidente di Acea, Giancarlo Cremonesi, sta per portare dunque i suoi frutti. E a benedire il buon esito della trattativa è arrivato ieri anche il sindaco Gianni Alemanno che a margine di una conferenza nelle sede dell'assessorato all'ambiente del Comune di Roma ha annunciato che «ci sono tutte le condizioni per trovare l'accordo che sarà molto vantaggioso per l'Acea e per i suoi azionisti». Nulla trapela dai piani alti del palazzo di via Ostiense quartiere generale di Acea. Ma la probabile exit strategy potrebbe essere rappresentata da un accordo tra i partner transalpini (quelli che più hanno sofferto il cambio della giunta Veltroni e la strategia industriale impostata dall'ex ad Mangoni) e la società non più basato su conferimenti di asset e rimodulazione di quote azionarie ma su patti commerciali. In particolare ai parigini sarebbe consentito di effettuare offerte congiunte tra l'elettricità di Acea-Electrabel e il gas di Italcogim, società nel portafoglio di GdF-Suez. Che oltre alla rete di distribuzione propria può contare su un quantitativo di alcuni miliardi di metri cubi di metano garantiti dall'Eni nella trattativa con la quale il gruppo guidato da Scaroni cedette ai transalpini la rete della Romana Gas in cambio della quota nella belga Distrigaz. Un accordo che è ormai in via di ridiscussione tra i due gruppi dopo, appunto l'arrivo in Comune della giunta di contro destra. Dal punto di vista societario, nessun cambiamento sarebbe all'ordine del giorno. Anche in attesa che il Comune decida come muoversi. L'azionista di maggioranza deve, infatti, scendere entro il 2015 al 30%, secondo le disposizioni del decreto Ronchi. Il sindaco Alemanno ha già messo nel conto che, seguendo le procedure di mercato, il gradimento ai nuovi soci andrebbe a partner industriali e finanziari legati al territorio. Una prima apertura sarebbe arrivata, sebbene condizionata, anche dalla Fondazione Roma. Ma per questo c'è tempo. Per ora il nuovo passaggio cruciale, ma non definitivo, potrebbe essere proprio quello del 15 dicembre.

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