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Sacconi: per sostenere la banda larga serve la domanda pubblica

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Èla strategia indicata dal ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, che ieri sera a Roma è intervenuto alla presentazione del libro «Fastweb 1999-2009. Storia di una impresa innovativa». ll ministro ha così risposto alla presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, che poco prima aveva auspicato lo sblocco dei fondi per far partire il progetto: «Ci accontenteremmo di 200-300 milioni. Credo che la prima quota di lavori andrebbe fatta in favore dei distretti» ha aveva detto Marcegaglia. Sacconi ha aggiunto che la domanda pubblica «è addirittura una cosa più importante degli stessi 800 milioni» necessari per la realizzazione del progetto. Allo stesso incontro ha partecipato anche il presidente dell'Antitrust, Antonio Catricalà: «L'Antitrust è un po' preoccupata per la creazione di una società consortile che diventerebbe un luogo in cui Gubitosi, Parisi e Bernabè si incontrano per parlare di affari» e ha aggiunto scherzando che, se fosse «un pastore sarei preoccupato di vedere tanti lupi attorno allo stesso gregge». Catricalà ha indicato la strada del modello Terna: «Ci dovrebbero essere amministratori indipendenti sotto lo stretto controllo dell'Authority. L'importante - ha continuato - è che l'accesso non sia discriminatorio e che la società guadagni sul traffico che vende. Con regole molto chiare e con un'Autorità che controlla non si rischia il fallimento». Una «storia di successo», una «scommessa vinta» ha sottolineato l'ad di Fastweb Stefano Parisi intervenendo alla presentazione del libro di Valerio Castronovo e Giovanni Paoloni.

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