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Risanamento non fallisce

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.Dopo il timore di un possibile fallimento, Risanamento, uno dei più grossi gruppi immobiliari impegnati in progetti di riqualificazione urbanistica a Milano, ha evitato la cayenna della procedura di messa in liquidazione. A chiedere di far abbassare la saracinesca alla società fondata dall'immobiliarista Luigi Zunino erano stati i procuratori di Milano. Ma la loro richiesta è stata rinviata al mittente dal Tribunale che ha giudicato solidi gli accordi raggiunti in questi mesi tra la società (che ha cambiato profondamente i vertici del management) e le banche creditrici. Il Tribunale ha deciso nell'interesse dei creditori - è stato il commento del vicepresidente della società, Umberto Tracanella - Il piano è sufficiente per vincere l'insolvenza». «Promosso» dunque il progetto che prevede un aumento di capitale da 150 milioni di euro, di cui 130 milioni cash, riservato alle banche, e un prestito convertendo da 350 milioni (con conversione prevista nel 2014) attraverso il quale gli stessi istituti di credito (Intesa, Sanpaolo, Unicredit, Pop Milano, Banco Popolare e Mps) tramuteranno parte del debito della società in capitale azionario. I giudici hanno sottolineato «la raggiunta prova in ordine all'idoneità degli accordi a superare l'attuale stato di crisi», ma fanno anche più di un cenno alle incognite nel futuro prossimo del gruppo. Il riferimento è sia alle variabili determinate dal «generale andamento dei mercati immobiliari e dalle oscillazioni delle materie prime» riguardo agli interventi sulle aree ex Falck e Santa Giulia sia «agli sviluppi - allo stato non prevedibili - che potrebbero avere le recentissime inchieste giudiziarie che hanno interessato l'area di Santa Giulia». La sentenza del Tribunale fallimentare di Milano era già stata attesa in due occasioni: prima verso la fine di agosto, quando la procura presentava l'istanza e le banche avevano raggiunto un primo accordo; poi a metà ottobre, quando la procura insisteva nell'istanza di fallimento, malgrado un accordo migliorativo per le linee di credito che concedevano le banche a «Risanamento». È sembrata una partita complessa perché l'indebitamento del colosso immobiliare con le banche sfiorava i tre miliardi di euro. Ma la garanzia è che che gli asset di «Risanamento» potevano fornire ipotesi concrete di ripresa. Quando è arrivata la notizia della sentenza del Tribunale di Milano in piazza Affari, in una seduta piuttosto incerta, il titolo di Risanamento è naturalmente esploso con un exploit che lo ha fatto avanzare quasi fino al 17% portando il valore a 0,55 euro..

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