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Crisi, ripresa lenta in Europa

Bce

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La Banca centrale europea lancia il monito: «Di recente il ritmo di contrazione dell'economia si è arrestato nell'area dell'euro, seppure con notevoli differenze fra i Paesi. In prospettiva, ci aspettiamo un graduale recupero, con tassi di crescita positivi nel 2010». A dichiararlo è Lorenzo Bini Smagli, membro del board della Bce, intervenendo a un convegno organizzato a Firenze dall'Associazione Pianificatori Bancari. «Questa evoluzione favorevole potrebbe potenziare in parte la capacità di tenuta dei bilanci di famiglie e imprese», ha spiegato Bini Smaghi, d'altra parte però «la notevole gravità della recessione in termini storici, il venir meno, a un certo momento, delle misure di sostegno adottate dai governi, nonchè la forte incertezza finanziaria sulle prospettive economiche comportano il perdurare di rischi elevati per la stabilità finanziaria, connessi alla situazione macroeconomica». In questo contesto, ha continuato il banchiere di Francoforte, «è possibile che si rafforzino le interazioni tra fattori macroeconomici e finanziari e che quindi si determinino ulteriori svalutazioni. Sebbene finora le banche siano sostanzialmente riuscite a compesare le svalutazioni con aumento di capitali, è possibile che gli sforzi per la raccolta di fondi e la riduzione delle leva finanziaria ostacolino l'offerta di credito all'economia reale, accrescendo ulteriormente le pressioni su famiglie e imprese». Quanto meno nell'area dell'euro, infatti, «vi sono segnali di un deterioramento della qualità creditizia del portafoglio prestiti delle banche, riconducibile all'acuirsi delle difficoltà finanziarie» nel settore appunto delle famiglie e delle imprese. «Le banche potrebbero gradualmente riassorbire le minusvalenze da valutazione subite sui titoli - ha osservato Bini Smaghi - tuttavia, la rapida espansione degli accantonamenti ai fondi rischi su crediti suggerisce che potrebbe essere imminente una nuova ondata di svalutazioni delle attività bancarie nell'area dell'euro, con conseguenti riduzioni patrimoniali». Per tutti questi motivi, se è vero che «è terminato il periodo di significativa contrazione e seguirà una fase di stabilizzazione», la ripresa sarà «molto graduale» e, ha concluso il membro del board della Bce, all'insegna di una «persistente vulnerabilità dell'economia e del settore finanziario». Infine Bini Smaghi, dedica qualche battuta anche al tema delle pensioni e avverte: «Capisco che in una fase di crisi è difficile portare in piazza il tema della riforma delle pensioni ma è difficile anche trovare soluzioni alternative se si vuole ridurre il debito pubblico». Per crescere di più, ha aggiunto, bisogna fare «delle riforme strutturali altrimenti bisogna accettare l'idea di un paese che cresce poco». Solo con le riforme, continua il banchiere, si può affrontare il problema dell'accesso dei giovani al mercato del lavoro: «Per fare questo bisogna ridurre la tassazione sul lavoro e non è vero che vale ancora il motto lavorare meno lavorare tutti. Bisogna lavorare tutti e lavorare di più».

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