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«Agganciare le rendite ai salari di chi lavora»

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«IlGovernatore Draghi ha ragione. Sulla questione delle pensioni non siamo alla fine della storia» spiega a Il Tempo, Giuliano Cazzola (PdL) vice presidente della Commissione Lavoro della Camera che aggiunge «che se si vuole proteggere veramente chi esce dal lavoro occorre un sistema di perequazione legata all'evoluzione delle retribuzioni dei lavoratori attivi». Soluzione semplice? Sì. Individuata da Draghi ma non proposta e sostenuta da nessuno. Impraticabile? Assolutamente no. Fino al 1992 esistevano due meccanismi di rivalutazione dei trattamenti pensionistici: uno legato all'inflazione, l'altro alla dinamica retributiva dei lavoratori attivi. Questo secondo meccanismo è stato cassato dalla riforma Amato del 1992. Tutti silenti dunque? Faccio una constatazione. Nessuno, neppure i sindacati sollevano il problema di ripristinare questo secondo meccanismo, perché la sua abolizione è la misura che assicura il risparmio più importante: almeno 5 punti di Pil a regime intorno al 2035. Ma perché è stato riaperto il dibattito sulla riforma pensionistica? La questione è una sola: il crollo del Pil ha messo in crisi tutte le previsioni sull'incidenza della spesa pensionistica che adesso è superiore di almeno un punto percentuale rispetto alle previsioni fatte in occasione delle riforme degli anni '90. Tuttio quello che è stato fatto finora non è servito? Le misure adottate dal governo nel luglio scorso sono sicuramente un passo avanti, soprattutto per quanto riguarda l'aggancio automatico dell'età pensionabile alle attese di vita, a partire dal 2015. Ciò significa che nel lavoro privato, intorno al 2020, l'età pensionabile di vecchiaia salirà a 62 anni per le donne e a 67 per per gli uomini. Si aprirà allora una vera e propria autostrada legislativa per istituire nel sistema contributivo un pensionamento unificato per genere e tipologia, flessibile in un range compreso tra 62 e 67 anni. Dunque un intervento positivo? Sì. I nuovi limiti minimo e massimo (di 62 e 67 anni) saranno corretti in avanti nel tempo sulla base degli andamenti demografici. Poi opererà il correttivo dei coefficienti di trasformazione che funzioneranno da incentivo/disincentivo per quanto riguarda l'importo della pensione Fil.Cal.

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