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Scajola: Primi megawatt di nucleare italiano disponibili nel 2017

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Sonoil ministro per lo Sviluppo Economico, Claudio Scajola, e il segretario statunitense all'Energia, Steven Chu, ad apporre le proprie firme sull'Accordo di Cooperazione in Materia di Nucleare, il cui obiettivo «è istituire un quadro per la collaborazione fra le parti sulla ricerca e lo sviluppo per migliorare i costi, la sicurezza, il ciclo dei rifiuti e la resistenza alla proliferazione dei sistemi per l'energia nucleare per usi civili». Il pezzo forte risiede nella dichiarazione congiunta dei due ministri, con cui si impegnano a «incoraggiare la ricerca di opportunità contrattuali per la realizzazione di centrali nucleari» ed a «promuovere l'assegnazione di appalti nei rispettivi Paesi». È il segretario Chu a fornire nomi e cognomi dei gruppi che potrebbero beneficiarne sull'altra sponda dell'Atlantico: «General Electric e Westinghouse avranno l'opportunità di partecipare a gare di appalto in Italia», fornendo le proprie competenze in materia di reattori. «Stiamo procedendo a tappe forzate» per il rilancio del nucleare in Italia, ha ribadito il ministro Scajola, confermando che la prima pietra è attesa entro il 2013 ed il primo megawatt per il 2018-2019. Intanto, «a metà febbraio definiremo i criteri per la scelta dei siti». Neppure il ricorso presentato da alcune Regioni alla Corte Costituzionale, contro le disposizioni che danno al Governo la possibilità di «scavalcare» le amministrazioni locali e decidere autonomamente dove collocare gli impianti nucleari se non c'è l'intesa con gli enti territoriali, spaventa Scajola. L'obiettivo è andare avanti nella definizione dei criteri, nella convinzione che, alla fine, il ricorso si rileverà un'arma «a doppio taglio» per le Regioni coinvolte: «se la Corte desse ragione al Governo, sarebbe una doppia legittimazione», chiudendo la porta ad ulteriori nuove azioni legali.

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