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Alitalia si è rianimata. E ora riparte

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Lascommessa non è ancora completamente vinta ma ieri a sentire i vertici di Alitalia, Roberto Colaninno e Rocco Sabelli, sembra che il successo dell'operazione di salvataggio sia a portata di mano. «Alitalia è stata stabilizzata, lascia il reparto rianimazione, ora è nel reparto risanamento. Abbiamo certificato, noi azionisti, che le cose fatte sono esattamente quelle di cui c'era bisogno» ha spiegato ieri Colaninno. L'iniezione di fiducia è arrivata due volte. La prima, al mattino, in un hangar di Fiumicino, parlando a duemila dipendenti: «Mi sono svegliato di buon umore pensando che sarei venuto a parlarvi, ho una sensazione di grande fiducia», ha esordito Colaninno. Che, nel pomeriggio, ha ribadito in un'audizione alla Camera presso la Commissione Trasporti: «Una vocina mi dice che ho fatto bene» Dopo otto mesi Colaninno e Sabelli mostrano sicurezza, replicano a critiche e pessimismo, e a chi in questi mesi si è lamentato: «Perché questa operazione è stata sempre accompagnata dal sospetto di una truffa? Ora si passa alla «fase due», hanno spiegato. Il salvataggio è considerato un obiettivo raggiunto, ora la priorità è l'azione commerciale. Così Alitalia punta a crescere nella fascia economy, anche a Malpensa. E a rubare passeggeri alle low-cost, a insidiarle nel loro mercato di riferimento, i piccoli aeroporti. Nessun problema di solidità finanziaria, ha spiegato Sabelli: «Conti alla mano, un aumento di capitale non ci serve. Non ci sarà. Non ne abbiamo bisogno, abbiamo tutta la provvista finanziaria per il 2009 e per affrontare uno scenario anche difficile nel 2010». Il prossimo traguardo è fissato per marzo-maggio. Alitalia vuole difendere il presidio nella fascia alta del mercato e puntare con «un nuovo prodotto» a rafforzarsi nell'area delle tariffe basse. Una strategia aggressiva puntando al mercato economy specializzando «il brand di Air One con una struttura di prezzo e di livello di funzionamento assolutamente competitiva». Sabelli ha annunciato che sarà mantenuto l'handling e cioè i servizi di terra solo a Fiumicino. Uno scalo con «forti limiti strutturali dentro e fuori» e ha spiegato Sabelli con Aeroporti di Roma, «siamo in piena sintonia per progetto di un terminal unico, il terminal A».

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