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Lavoro, l'Ocse: "Nel 2010 57 milioni di disoccupati"

Il tasso di disoccupazione di ottobre è salito all'8%, il livello più alto da novembre 2004

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Se per l'economia in generale il peggio sembra ora alle spalle, con il suo rapporto annuale sul Lavoro l'Ocse torna a lanciare allarmi sulla disoccupazione, su cui incombono "elevate incertezze": l'ente parigino prevede che continui ad aumentare nel corso del 2010, raggiungendo il 10 per cento nella seconda metà dell'anno che rappresenterà un livello "prossimo ad un nuovo massimo dal dopoguerra". In termini assoluti secondo l'Ocse il totale dei disoccupati dell'area dei 30 paesi avanzati raggiungerà 57 milioni di persone. E questo a soli tre anni dal 5,7 per cento, minimo da un quarto di secolo, cui la disoccupazione si era abbassata nel 2007. A giugno 2008 nell'area Ocse era già risalita all'8,3 per cento, che in termini assoluti significa 15 milioni di disoccupati in più. Bisogna "evitare che la crisi del Lavoro crei una lunga ombra", titola l'editoriale del rapporto pubblicato oggi. "Come nelle precedenti gravi recessioni, le categorie più colpite sono quelle già svantaggiate sul mercato - dice l'Ocse -: giovani, immigrati con basse qualifiche, minoranze etniche e tra le varie categorie quelli occupati su lavori atipici o precari". Se in alcuni Paesi come Irlanda, Giappone, Spagna e Stati Uniti, già nel 2009 si è registrato un forte aumento di disoccupati a causa della crisi economica, «in altri Paesi, inclusi Francia, Germania e Italia la gran parte della crescita della disoccupazione deve ancora arrivare». È la Spagna, con un tasso di disoccupazione al 18,1% a giugno, secondo i dati Ocse, il Paese che finora ha pagato il tributo più grande alla crisi in termini di lavoro. In Francia il tasso è al 9,4% a metà di quest'anno, mentre in Germania è al 7,7%. Nella tabella Ocse i dati italiani sono invece disponibili fino al primo trimestre 2009 quando la disoccupazione era al 7,4%, leggermente inferiore rispetto al 7,5% registrato nell'area sempre nei primi tre mesi di quest'anno. Questi Paesi, secondo l'Ocse, hanno già assistito al peggio: a fine 2010 il totale dei senza lavoro in spagna in più rispetto al 2007 è prospettato a 2,7 milioni, negli usa a 8,68 milioni e in irlanda a 232mila. Per la francia si salirà invece a 1,01 milioni (da 509mila) e per la germania a 1,88 milioni (tutti tra giugno 2009 e fine 2010). Nelle proiezioni dell'ocse, il g7 ha perso finora 10,2 milioni di posti di lavoro per la crisi e potrebbero salire a 15,7 milioni entro fine 2010. L'area euro ne ha già persi 3,47 milioni e l'unione europea 5,1 milioni. Le proiezioni - precisa l'Ocse - si basano sulle previsioni economiche diffuse nello scorso giugno che prevedono un'ulteriore declino dell'attività per tutto il 2009 nell'area Ocse, con una ripresa piuttosto timida solo nella prima metà del 2010, che non impedirà all'economia dei 30 paesi più industrializzati del mondo di restare sotto il potenziale per tutto il prossimo anno. Nelle stime interinali dello scorso settembre tuttavia l'ente parigino ha mostrato un maggiore ottimismo sulle prospettive economiche e indicazioni di una ripresa all'orizzonte sono contenute anche nell'editoriale che introduce il rapporto.

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