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«Tema difficile» parlare di nucleare in Italia.

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Eranecessario «muoverci con assoluta urgenza», ha aggiunto. Per Scajola, il costo «molto elevato della bolletta clima-energia», per lo sfondamento più che in altri Paesi dei tetti per l'emissione di CO2 «è colpa della incapacità» di contrattazione del precedente Governo e in particolare dei due ministri competenti, «uno non ha fatto nulla e l'altro ha fatto finta di non vedere. Mi dispiace doverlo dire - ha aggiunto il ministro - perché non è mia abitudine criticare». Il problema riguarda i maggiori costi da sostenere per lo sforamento delle quote di emissione nazionale concordate con l'Unione Europea nell'ambito degli obiettivi del protocollo di Kyoto. Intanto si muovono le imprese, pronte a passare alla fase concreta degli investimenti e della realizzazione delle centrali. La joint-venture tra Enel e la francese Edf sarà aperta all'ingresso di aziende concorrenti e grandi clienti. Ma non cederà il controllo: «Siamo disponibili e aperti ai contributi e alle partecipazioni che possono arrivare dai nostri concorrenti, dai clienti, dalle società energivore, se vogliono coinvestire nelle centrali nucleari per avere una quota», ha detto l'amministratore delegato di Enel, Fulvio Conti. Ma un impianto nucleare «non si può gestire come un condominio. Enel e Edf in ogni caso dovranno avere la maggioranza». Il progetto sembra non dispiacere all'amministratore delegato di Edison, Umberto Quadrino, che comunque, anche lui dal dibattito di Rimini, ha rinviato ogni valutazione a quando il progetto entrerà in una fase più concreta, con l'emanazione dei decreti attuativi. «Apriremo una discussione a settembre», dice il presidente Giuliano Zuccoli, rilevando che dopo l'intesa tra Enel ed Edf Edison «è rimasta un po' nel limbo». Resta l'attesa per l'individuazione dei siti: le imprese attendono i decreti attuativi. «Faremo una mappa ma definiremo solo le esclusioni lasciando libere le imprese di proporre i siti dove costruire le centrali», ha indicato a Rimini il sottosegretario allo Sviluppo, Stefano Saglia. «Già alcune Regioni e parecchi comuni si sono dichiarati disponibili», ha detto Scajola. Che ha anche preannunciato la prossima firma con il governo degli Stati Uniti «di un accordo di collaborazione a livello industriale». Cantieri aperti nel 2013, la prima centrale completata nel 2018, conferma Conti. Mentre il ministro Scajola, tra l'altro, ha ribadito l'obiettivo di arrivate ad un mix di fonti di energia con il 25% di nucleare, il 25% di rinnovabili, ed «una discesa verticale» al 50% per il fossile. E ne ha anche sottolineato l'importanza: «Oggi importiamo l'86 per cento del nostro fabbisogno energetico e paghiamo l'elettricità il 30 per cento in più rispetto ai principali Paesi europei»: con il nucleare «non dipenderemo da altri Paesi», avremo «prezzi stabili e più bassi», ha concluso Scajola.

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