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Sentite, tipicamente, la recita del problema, il debito ci impedisce questo o altro, ma non soluzioni.

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Ilpolitico che si impegnasse nell'azione di riduzione del debito troverebbe soluzioni tecnicamente incerte e da inventare nonché dissensi tali, per tutte le cose da cambiare, da pregiudicarne la carriera. Infatti i governi preferiscono tenere il sistema in equilibrio, in lentissimo declino. Anche perché la gente tende a valutare l'immediato e non la prospettiva, non disposta a pagare prezzi in nome della seconda. Ecco perché l'occasione in cui la nazione riflette su se stessa potrebbe generare una domanda di soluzioni forti che stimoli la politica di visione e non solo di giornata, dove emergerebbe la priorità di liberarci dal debito. Perché invocarlo ora? Se vogliamo arrivare al 2011 con un progetto esecutivo dobbiamo cominciare adesso a prepararlo. Come si può ridurre il debito evitando metodi distruttivi, tipo inflazione o insolvenza? Con tre azioni: (a) non facendo più deficit annuali; (b) vendendo patrimonio per abbattere una parte del debito e quindi della spesa per interessi; (c) tentando di fare più crescita del Pil in modo tale che il debito si riduca in proporzione a questo. La prima misura ha bisogno di un tempo tecnico di applicazione, diciamo il 2016 come già determinato in Germania con vincolo costituzionale, dove i deficit si riducono progressivamente fino alla prossimità dello zero. Per inciso, fino al 2011 compreso tale manovra non potrà scattare per le priorità anticrisi. Ma dopo dovrà. Almeno 150 miliardi di euro di valori immobiliari, e altri, pubblici potrebbero essere impacchettati in una «scatola» con la missione di realizzarli nei successivi 10 anni. Così, con un prodotto finanziario specifico, si potrebbero eliminare subito altrettanti titoli di debito. Poco in relazione al totale? Bisogna valutare che si risparmierebbero almeno 6/7 miliardi all'anno di spesa per interessi da mettere al servizio della detassazione. Inoltre la dimostrazione di voler ripagare il debito abbattendone una parte, combinata con l'annuncio del pareggio di bilancio futuro, porterebbe il mercato finanziario a fidarsi di più del debito italiano riducendone l'attribuzione di rischiosità e quindi il costo degli interessi. Vendendo 150 renderemmo disponibili circa 10 all'anno. Che faranno leva per più crescita. E poi nei decenni il debito non più alimentato dai deficit sarà ridotto dall'inflazione naturale. Ma ora manca perfino un censimento del patrimonio pubblico. Mancano nel dibattito politico parole come queste. Perchè? Dai primi anni '90 il progetto italiano è quello di sciogliersi in Europa. Ma l'Europa resterà fatta di nazioni sovrane, ciascuna responsabile di se stessa. Per capire la priorità del debito dobbiamo prima risvegliarci e renderci conto che dovremo risolvere i nostri problemi da soli con un nostro progetto nazionale. La nazione è disabituata a pensare così, ma c'è.

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