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Edicola digitale
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Seicento milioni di euro

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Èquesta la partita che gli imprenditori giocano sul futuro della Capitale, che sarà entro cinque anni la prima città d'Europa ad essere interamente «cablata» a rete a «larghissima banda» (ultrabroadband). Termini forse ancora sconosciuti ai non addetti ai lavori ma che consentiranno alla Capitale di comunicare su un'autostrada digitale ad una velocità cinque volte superiore a quella attuale. Una «rivoluzione» presentata ieri in Campidoglio dal presidente dll'Unione industriali e imprese di Roma, Aurelio Regina, promotore dell'intero progetto, dal sindaco Alemanno, dal vice presidente Uir, Stefano Pileri, dal consigliere delegato per Confindustria alla Comunicazione e sviluppo banda larga, Gabriele Galatieri di Genola e dall'assessore capitolino ai Lavori pubblici, Fabrizio Ghera. L'investimento sarà affrontato al 75% da Telecom Italia, il resto dagli altri operatori come Fastweb, Wind e Vodafone. Il progetto «Roma città digitale» è il primo «grande piano tecnolgico presentato al sindaco Alemanno - ha spiegato Regina - ed è il primo grande progetto che presenta la Uir da quando sono diventato presidente. La banda larga è un grande passo per la modernizzazione del territorio, che cambierà radicalmente, nei prossimi 5-10 anni, il rapporto che i cittadini e le imprese hanno con la pubblica amministrazione e tra di loro». La realizzazione della nuova rete generazione (NGN2) in fibra ottica per servizi fino a 100 Mbits/s, consentirà anche il miglioramento della rete mobile con una velocità di navigazione fino a 28 Mbit/s. «Siamo i primi in Europa - sottolinea Alemanno - e questa rivoluzione di modernità consnetirà di offrire servizi migliori ai cittadini, penso alla videosorveglianza e alla teleassistenza». Il «connubio» tra economia, pubblica amministrazione e futuro è stato reso possibile dall'approvazione record del nuovo regolamento scavi «che ha consentito di realizzare l'infrastruttura in fibra ottica - spiega Ghera - con tecnologie innovative («Trenchless»), attraverso l'uso di tecniche di posa a basso impatto ambientale, a costi ridotti e di rapida esecuzione, minimizzando in tal modo l'impatto sulla viabilità romana». Il primo progetto pilota è già partito in Prati ma entro il 2009 i quartieri capitolini «digitalizzati» saranno dieci.

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