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Ddl Sviluppo, sì alla Camera Ora la parola passa al Senato

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Il disegno di legge sullo Sviluppo, uno dei collegati alla finanziaria, si avvicina finalmente ad incassare il via libera definitivo: dopo il voto della Camera con 254 sì, 205 no e l'astensione dei 25 deputati dell'Udc, il testo tornerà infatti al Senato per un esame che si preannuncia blindato.  Tra le misure, quella sul nucleare. Il governo avrà sei mesi di tempo per localizzare i siti degli impianti, potrà definire i criteri per lo stoccaggio dei rifiuti radioattivi, dovrà individuare le misure compensative per le popolazioni che saranno interessate dalle nuove strutture. È stata poi modificata la normativa sulla class action che entrerà escludendo quindi la possibilità di avviare cause collettive da parte dei cittadini coinvolti nei crac finanziari del passato. L'entrata in vigore della class action, anche se in questo provvedimento è prevista al primo luglio, è stata posticipata, con l'ultimo decreto "anti-crisi", al primo gennaio 2010. Ripristinati anche i fondi per il periodo 2009-2010. Vale 140 milioni e viene finanziato con un aumento della Robin tax: sale dal 5,5 al 6,5% l'Ires sulle grandi aziende petrolifere.

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