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Si tornano a increspare le acque attorno alla Banca d'Italia

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Chiusala tornata elettorale il governo torna al lavoro per affrontare i nodi della crisi e la scelta delle strategie rimetterebbe in moto anche la delicata partita su un possibile cambio al vertice di Palazzo Koch. Che i rapporti non fossero di vicendevole comprensione tra il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti e il governatore Mario Draghi è fatto abbastanza noto. Il conflitto prima sotterraneo poi emerso in alcuni momenti in maniera più netta ha sempre visto Tremonti all'attacco e Draghi in veste di incassatore. Poi qualche giorno fa a prendere di mira l'inquilino di via Nazionale è sceso in campo anche il premier Silvio Berlusconi che ha apertamente accusato Bankitalia di non avere a disposizione le vere stime sul precariato in Italia. Segnali di una non perfetta identità di vedute sulla politica economica da mettere in campo per affrontare la crisi. Così secondo le indiscrezioni sarebbe lo stesso Governatore, in pista per un incarico di rilievo nei board di istituzioni internazionali come la Banca Mondiale o il Fondo Monetario Internazionale, a mettere in conto di lasciare la postazione a via Nazionale. A scaldare i muscoli in un'ipotesi del genere, oltre alla soluzione interna dell'attuale direttore generale Fabrizio Saccomanni, ci sarebbe anche l'attuale direttore generale del ministero del Tesoro, Vittorio Grilli, nel passato già nella rosa dei più stretti collaboratori di Draghi e che prima di essere chiamato a dirigere il ministero di Via XX settembre era arrivato a capo della Ragioneria generale dello Stato al posto di Andrea Monorchio. Non sarebbe l'unico spostamento nella parte alta dell'organigramma statale. Una nuova destinazione interesserebbe anche l'attuale Ragionere Generale dello Stato, Mario Canzio, che Tremonti vorrebbe piazzare a capo della Banca del Sud, l'istituto bancario che il ministro vorrebbe far definitivamente decollare per lasciare il risparmio privato nel Mezzogiorno al servizio delle imprese locali. Una vecchia idea del ministro dell'economia che potrebbe essere accelerata dal risultato delle elezioni europee del Pdl tradito da una scarsa affluenza alle urne nelle regioni meridionali e nelle isole. Già lo scorso febbraio Tremonti promise al congresso del Movimento per le Autonomie di Lombaro di far ripartire il progetto della Banca per il sud. Oggi la necessità di riconquistare il favore politico del Mezzogiorno può spingere Tremonti a piazzarne al comando uomini di sua fiducia per lanciare concretamente l'istituto. Nei corridoi di via XX settembre i giochi sarebbero già partiti.

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