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Opel, Berlino ci ripensa

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Un'insegna Opel General Motors

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Non è proprio una retromarcia. Nemmeno un ritorno di fiamma quello tra i tedeschi e la Fiat di Marchionne che ha tentato in tutti i modi di impalmare la Opel. Ma le parole del portavoce del governo dell'esecutivo di Berlino, Ulrich Wilhelm, qualche dubbio sul fatto che la Germania fosse veramenta convinta della validità dell'offerta austro-canadese di Magna, lo hanno fatto emergere. «Il dossier è ancora aperto a tutti gli offerenti», ha detto Wilhelm, precisando che le trattative tra la casa automobilistica tedesca e il gruppo austro-canadese Magna sono ancora in fase preliminare.  A questo si aggiunge che in terra tedesca qualche sassolino se lo sia tolto anche la Wolkswagen che, ieri dopo un silenzio, ha parlato di un conflitto di interessi nel futuro del produttore di componenti d'auto austro-canadese. Infine elemento da non sottovalutare per dare credito all'ipotesi di un ripensamento di Berlino sono le parole di Silvio Berlusconi che, nel corso della trasmissione «Porta a Porta» ha detto: «Il governo è in contatto con la Fiat che gioca la partita dell'Opel. Non ci è stato chiesto di intervenire. Siamo contenti di non aver dovuto agire, perché con noi Palazzo Chigi non è una merchant bank, come lo fu con D'Alema. Ad ogni modo siamo a disposizione, se i vertici della Fiat ci chiederanno un intervento con la Merkel». L'esecutivo insomma è pronto a scendere in campo per riaprire la partita nell'eventualità che la gara si riapra. Solo un'ipotesi visto che Magna prevede di chiudere l'accordo con la General Motors per l'acquisizione della Opel entro fine settembre. Il Lingotto sarebbe già al lavoro, comunque, per cercare nuove strade di crescita. E proprio in Germania la Fiat registra a maggio. La casa torinese potrebbe essere uno dei due potenziali acquirenti rimasti in gara per la Saab, il marchio svedese di Gm, per il quale una decisione è attesa entro un paio di settimane al massimo. Proseguono anche i colloqui con la Bmw, anche se «non più con lo stesso grado di intensità». E su un altro ipotetico partner, Psa Peugeot Citreon, potrebbero aprire uno spiraglio le parole del nuovo numero uno, Christian Streiff, che agli azionisti dice che «non esiterà a cogliere tutte le opportunità di crescita e di partenariato». Intanto a dar manforte alla Fiat è arrivata ieri anche Emma Marcegaglia: «Non sono prevalse le logiche del miglior piano industriale ma quelle del rapporto tra Stati e di campagna elettorale», ha affermato il presidente della Confindustria, Emma Marcegaglia. Lo Stato dovrebbe «definire regole e campo di gioco, ma non entrare a gamba tesa nelle logiche tra imprese».

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