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Fiat, accordo lontano

Sergio Marchionne

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Fiat non intende assumersi rischi "inusuali" nel negoziato per acquisizione di Opel. Lo afferma l'amministratore delegato del Lingotto, Sergio Marchionne, che si dice negativamente sorpreso dalle ultime fasi della trattativa in Germania. "Siamo coinvolti in queste attività - afferma in una nota - da un certo numero di settimane ed abbiamo cercato di soddisfare in maniera responsabile le richieste che provenivano dalle varie parti interessate al processo di selezione. Le questioni emerse nelle ultime fasi del negoziato tra martedì e mercoledì ci hanno sorpreso negativamente dal momento che non eravamo stati informati di certi dati ed informazioni finanziarie chiave che consideriamo essenziali per la formulazione di un'offerta di fusione seria". Fiat resta impegnata "a cercare di trovare modi per venire incontro alle richieste di General Motors e del Governo Tedesco ma l'emergenza della situazione non può forzare Fiat ad assumere rischi del tutto inusuali". Marchionne ricorda che la Fiat ha già "offerto di apportare le nostre attività automobilistiche senza debiti, in modo da conferire al nuovo Gruppo non solo una base patrimoniale solida ed assolutamente necessaria, ma anche i flussi di cassa derivanti da queste nostre attività che avrebbero aiutato a stabilizzare la situazione finanziaria del nuovo Gruppo durante la fase transitoria e nel successivo processo di integrazione. Di più non ci può essere richiesto".   Per Marchionne "data la natura del processo e la sua durata estremamente limitata, Fiat non ha avuto pieno accesso alle informazioni contabili di Opel per determinare con esattezza la situazione finanziaria della stessa Opel e poter così formulare un'offerta di fusione che tenga in considerazione sia le esigenze di General Motors come venditore che quelle di Fiat". Dunque "le richieste dell'ultima ora costringerebbero, fra l'altro, Fiat a sostenere finanziariamente Opel nell'immediato, mentre il governo Tedesco determina i tempi e le altre condizioni del finanziamento ponte, esponendo così Fiat a rischi non necessari e irragionevoli", aggiunge. Secondo l'a.d. di Fiat, "non è infatti, ragionevole ritenere che Fiat, dopo aver fatto una prudente valutazione di business ed una attenta considerazione dei propri interessi, possa finanziare un gruppo le cui condizioni finanziarie allo stato rimangono ignote.  Il poco tempo fra questa richiesta e la data entro cui deve essere assunto il relativo impegno non consente poi che si possano completare le usuali attività di due diligence".  

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