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Spazio ai libici dentro Enel

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Cessionidi attività «non strategiche» per 10 miliardi, una nuova politica di dividendi dal 2009, che cancella la cedola fissa per riparametrarla agli utili conseguiti nell'anno, e un taglio di 12 miliardi agli investimenti previsti fino al 2013, ora pari a 33 miliardi comprensivi quelli di Endesa. Sono questi i punti principali del maxi-piano che Enel ha messo sul tavolo per ridurre l'indebitamento, salito a 61 miliardi dopo l'acquisizione del controllo totalitario del gruppo spagnolo, e ora previsto in netto calo a 41 miliardi al 2013, in modo da consentire al gruppo il mantenimento di un rating A da parte delle principali agenzie internazionali. Numeri che hanno incontrato l'approvazione del mercato, con il titolo che ha chiuso la seduta con un rialzo del 7,72% a 3,63 euro. Il contributo di Endesa si è fatto sentire positivamente sul fronte degli utili, con un +35% del risultato netto a 5,29 miliardi ed un +40% del risultato operativo a 9,54 miliardi.

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