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Usa, in un mese persi 600 mila posti

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Da dicembre 2007, cioè da quando è cominciata la recessione, sono stati persi negli Usa 3,6 milioni di posti di lavoro, rendendo il 2008 l'anno peggiore degli ultimi 70 anni, dal 1939. I dati diffusi dal Dipartimento del Lavoro sono «devastanti»: «la situazione non potrebbe essere peggiore. Dobbiamo agire», perché se non lo facciamo - avverte il presidente Barack Obama - questa crisi si trasformerà «in una catastrofe, la recessione si allungherà» e «continueremo a collezionare dati devastanti come quelli attuali mese dopo mese, anno dopo anno. Questo sarebbe il risultato dell'inazione e per gli americani è assolutamente inaccettabile». Ribadendo che il piano anti crisi in Congresso «non è perfetto» e che c'è la consapevolezza che rappresenta solo l'inizio di un «lungo viaggio per il ritorno al progresso e alla prosperità» («ci vorranno mesi, forse anni, per rilanciare l'economia, ma ogni giorno di non azione significa un ritardo nella ripresa»), Obama critica i ritardi nell'adozione del progetto di legge, definendoli «irresponsabili» e «senza scuse». «Una crisi storica richiede una risposta storica», aggiunge il presidente americano, annunciando la creazione di una commissione per la ripresa economica, guidata da Paul Volcker, ex presidente della Fed. Obama si dichiara «sicuro che dall'altra parte di Pennsylvania Avenue, i membri del Senato stiano leggendo gli stessi numeri», e si augura che «giungano alla mia stessa conclusione: la situazione non potrebbe essere più seria. Questi numeri richiedono azione. È il momento di approvare l'Economic Recovery and Reinvestment Plan per far sì che l'economia torni a girare». La crisi picchia duro anche in Giappone. Toyota Motor ha abbassato per la terza volta le sue stime sull'esercizio 2008-2009: il primo produttore al mondo di auto valuta 2,9 miliardi di euro la perdita netta al 31 marzo, per il peggioramento della crisi

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