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Ultima chanche per risvegliare i conti in sonno

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Secondo le stime delle associazioni dei consumatori, sui conti «in sonno» è depositato un tesoretto da circa 10 miliardi di euro, distribuito su circa 500.000 posizioni «dormienti» nelle banche. Chi ha ricevuto l'avviso inviato dalla propria banca entro il termine fissato per lo scorso 17 febbraio e non ha ancora preso provvedimenti per «scongelare» il conto deve quindi affrettarsi a mettersi in contatto con l'istituto. Per riportare a galla un conto addormentato, sul quale cioè non sono state fatte operazioni da oltre 10 anni, non è indispensabile movimentare il conto con un prelievo o un versamento. Bisogna però comunicare alla banca dove il conto è depositato di voler mantenere attivo il rapporto, richiedere un carnet di assegni, un estratto conto o una copia della documentazione bancaria o altrimenti comunicare nuovi dati, come ad esempio il cambio di residenza. È necessario, insomma, mettersi direttamente in contatto con l'istituto di credito. Ad interrompere il «sonno» non bastano infatti operazioni in automatico o gestite solo dall'istituto. Non risvegliano cioè accrediti dello stipendio o della pensione nè bonifici effettuati da terzi. Se ci si dimentica della scadenza di agosto, un'altra chance sarà comunque concessa: le banche hanno infatti altri quattro mesi di tempo, cioè fino al 16 dicembre, per devolvere le somme conservate nei conti al Fondo istituito a giugno del 2007 dal ministero dell'Economia per il risarcimento dei piccoli risparmiatori vittime dei Tango bond e dei crac della Cirio e della Parmalat. Fino al momento della devoluzione al Fondo, i clienti avranno ancora tempo per rivolgersi alla propria banca.

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