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«La linea dura con gli statali non paga»

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Pietro Ichino (Pd): meglio dare ai dirigenti pubblici obiettivi chiari e raggiungibili

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Brunetta ha sposato la linea dura. Gioca sull'effetto annuncio o siamo all'inizio di una vera riforma? «C'è il rischio che queste misure abbiano più un effetto effimero legato all'annuncio che un effetto positivo permanente sui comportamenti. Il problema del tasso di assenteismo troppo alto nel settore pubblico va affrontato imponendo ai dirigenti l'obiettivo di riallineare le assenze dei propri dipendenti a un livello paragonabile a quello del settore privato. Cosa fare allora a frenare i falsi malati? Deve poter decidere il dirigente caso per caso. Innanzitutto motivando i propri dipendenti, intervenendo sui casi particolari e distinguendo l'abuso da situazioni di difficoltà o da quelle in cui ci sono problemi specifici da affrontare sia nell'ambiente di lavoro sia in quello familiare. Visita fiscale obbligatoria. Sarà efficace secondo lei? Per il controllo di malattia fin dal primo giorno a tappeto mancherebbero le risorse: la regola dunque resterà sulla carta. Sull'assenza di breve durata, poi, il controllo ispettivo incide ben poco: il medico si limita a controllare che il lavoratore sia a casa ma non è in grado di stabilire l'effettiva sussistenza della malattia. Giudizio negativo dunque? Il ministro Brunetta interviene dettando regole procedurali. Meglio fissare al dirigente responsabile l'obiettivo di riduzione del tasso di assenze e chiamarlo a risponderne rendendo pubblico l'indice in modo che anche la cittadinanza abbia un controllo diretto. Non è che nello stato i dirigenti sono deboli? Il dirigente pubblico ha gli stessi identici poteri e prerogative di quello privato. Il problema è che nella maggior parte dei casi il management pubblico ha abdicato a queste prerogative. Occorre costringerlo a tornare a esercitarle. Come? Condizionando il mantenimento della funzione dirigenziale al raggiungimento dell'obiettivo. Se questo non accade il dirigente perderà la funzione e la relativa componente della retribuzione. Lo stesso resterà in stand by fino a un massimo di due anni, e se entro quel termine non sarà stato riutilizzato, la legge già prevede la cessazione auomatica del rapporto. Cosa è che non funziona? Il sistema con cui sono stabiliti i risultati. Oggi sono fissati in modo generico. Occorrono parametri precisi, misurabili, collegati a scadenze certe e disponibili on line in modo che i cittadini possano controllarne la congruità e il raggiungimento effettivo. Contesta le misure dure ma hanno già prodotto un calo dell'assenteismo. Come la mettiamo? Nell'immediato le misure possono dare risultati positivi. Ma se non si instaura un sistema di valutazione premanente e trasparente, se non si fissano obiettivi precisi ai dirigenti e non si rende possibile il controllo del loro raggiungimento, l'effetto positivo rischia di perdersi. Brunetta promettte di licenziare chi fa il doppio lavoro. Contrario o favorevole? Il ministro affronta il problema dal lato dell'investigazione e repressione dei comportamenti anomali. Può essere utile, ma la vera chiave risolutiva è quella del controllo sui risultati dell'attività degli uffici e della loro efficienza. Il dirigente costretto a rispondere su questo punto è il più capace di individuare i dipendenti che si imboscano, e di intervenire prima sul piano organizzativo e poi su quello disciplinare. L'intervento della polizia e della sanzione penale dovrebbero costituire solo un rimedio eccezionale e del tutto residuale.

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