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Licenziati gli statali malati per finta

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Sarà in ogni caso difficile provare la finzione ma, in caso contrario, allo statale potrà essere contestato il reato di truffa aggravata. È una delle novità contenute nel piano di riforma del lavoro pubblico e della contrattazione collettiva che il Ministro Renato Brunetta ha consegnato ai tre segretari generali di Cgil Cisl e Uil. Il piano mette nero su bianco una nuova disciplina delle sanzioni. Dure a leggere quanto ipotizzato da Brunetta. Rischia il posto, infatti, anche chi, trovandosi in esubero nella pianta organica del suo ministero, non accetta di essere trasferito. Le sanzioni nel caso dei falsi malati coinvolgono anche i medici di famiglia: il Governo ne prevede il licenziamento, se pubblici dipendenti, qualora attestino il falso. Insomma gli statali, se scoperti, saranno cacciati senza complimenti. Così almeno nelle intenzioni di Brunetta. Che vuole anche cassare i premi a pioggia nella pubblica amministrazione. I soldi pubblici in più saranno erogati solo se commisurati a un aumento della produttività. Stop dunque anche alla progressione in carriera, giuridica ed economica, sulla base di automatismi dovuti all'anzianità di servizio. «Per la prima volta si ancora il sistema di valutazione del personale e dei dirigenti pubblici agli standard qualitativi dei servizi erogati. Novità anche per la scuola che di mattina sarà luogo di studio e di apprendimento. Mentre nel pomeriggio, ludoteca o palestra. Il piano è stato consegnato ieri ai sindacati che ora dovranno comunicare le loro osservazioni via mail. Non sono mancate le reazioni. «È stato un incontro interlocutorio» ha spiegato il segretario generale della Cgil Epifani. «Collaboreremo perché il piano si concretizzi, ma le riforme si fanno con le carote, non con il bastone» ha aggiunto Bonanni (Cisl). «Una buona riforma richiede soprattutto un adeguato accertamento della disponibilità delle necessarie risorse» ha sostenuto il segretario generale della Confsal, Marco Paolo Nigi.  

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