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Le piazze finanziarie d'Europa tirano il freno a mano. La ...

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Dopo quattro giorni consecutivi di aumenti, l'indice Dow Jones 600, che fotografa l'andamento dei principali titoli quotati sulle Borse del Vecchio continente, ha segnato una perdita del 2,07%, che equivale al peggior calo degli ultimi due mesi e a 161 miliardi di euro di capitalizzazione bruciata. Il ribasso è stato causato soprattutto dai titoli delle materie prime crollati in concomitanza con il rialzo del prezzo del greggio, e dalla cruciale seduta della Borsa di Londra, che a fine giornata ha ceduto il 2,90%. Milano ha lasciato sul campo l'1,59% del suo valore. Intanto l'impennata del greggio non accenna a fermarsi e continua a trascinare con sè i prezzi dei carburanti, spinti a nuovi livelli record. Con gli aumenti scattati ieri la verde è ormai a un soffio da quota 1,50 euro al litro. Sui massimi anche il diesel. E gli autotrasportatori di prodotti petroliferi sono sul piede di guerra e minacciano il blocco. Alla base di questa spirale di rialzi, la corsa dell'oro nero, che ormai spinge il barile verso i 130 dollari e ieri ha fatto segnare un nuovo massimo, raggiungendo un picco di 129,60 dollari a New York. Record anche per il Brent, che a Londra è salito fino a 127,90 dollari. La debolezza del biglietto verde e l'intenzione dell'Opec di non aumentare la produzione spiegano, almeno in parte, il rialzo. Le conseguenze del caro-greggio sulle tasche dei cittadini sono sempre più pesanti. ieri in Italia la benzina ha raggiunto gli 1,493 euro al litro, aggiornando l'ultimo record che risale a soli cinque giorni fa. A rivedere il prezzo consigliato ai gestori degli impianti, portandolo sul nuovo massimo, è stata Esso. Ma anche Api, Ip, Shell, Tamoil e Total hanno messo mano ai listini, portando il prezzo di riferimento a 1,491 euro al litro. Quanto al gasolio, resta ad un livello di guardia, vicinissimo alla soglia di 1,49 euro al litro. A questo punto, un pieno di verde per un'auto di media cilindrata costa attorno ai 74,65 euro, mentre uno di gasolio attorno a 74,45. La differenza, quindi, è ormai minima.

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