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Lunedì nero, l'Europa brucia 300 miliardi

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A Milano, dove pesa il tonfo di Alitalia (-27%), il Mibtel ha ceduto il 3,52% e sono stati persi 21,9 miliardi di capitalizzazione. Un lunedì nero partito con il crollo dei listini asiatici (Tokyo ha ceduto del 3,7%, Hong Kong il 4,62% e Shanghai il 4,6%) e proseguito con la giornata di passione delle piazze europee. Non è andata meglio oltreoceano con l'apertura in ribasso di Wall Street e con la debacle di Lehman Brothers: l'istituto finanziario è arrivato a perdere il 44% sulle voci - smentite - di una presunta crisi di liquidità. Timori che non hanno risparmiato anche MF Global, la prima società a livello mondiale nel settore del brokeraggio di prodotti finanziari complessi come Etf e opzioni. Il titolo è sprofondato del 54,57%, nonostante il tentativo della dirigenza di rassicurare gli investitori. La Fed, la banca centrale americana, mirava a disinnescare le tensioni sui mercati con il taglio a sorpresa del tasso di sconto di 25 punti base al 3,25%. Una mossa spinta dalla crisi di Bear Stearns, l'istituto di credito svenduto a JPMorgan per circa 240 milioni di dollari, a due dollari per azione: il 98% in meno rispetto a fine febbraio quando il titolo era a 87,30 dollari. Sul banco degli imputati c'è la crisi dei mutui subprime americani, cioè quelli concessi con minori garanzie, che da mesi sta mettendo in difficoltà l'economia mondiale. Difficoltà che ieri hanno portato a un'ondata di vendite in Europa: l'indice Dj Stoxx 600, che raggruppa quotate a grande, media e piccola capitalizzazione di 18 paesi, ha ridotto la capitalizzazione di 304 miliardi. Zurigo è stata la peggiore tra le principali Borse chiudendo a -5,02%. Francoforte ha fatto segnare -4,18%, Londra -3,26%, Parigi -3,51%. Tra i settori, il più toccato è stato quello delle materie prime (-8,1% l'indice europeo di settore). Nonostante le nubi sui mercati, la Bce mantiene ferma la decisione di non ridurre i tassi, così come avvenuto negli Stati Uniti. I timori di un allargamento della crisi finanziaria negli Usa ha fatto schizzare ancora euro e petrolio. Sul mercato valutario di Tokyo la moneta unica europea ha sfondato la quota record di 1,59 sul dollaro arrivando a 1,5909 per poi arretrare a 1,57. L'ulteriore indebolimento del biglietto verde ha fatto salire ancora più in alto il prezzo del greggio: i contratti future con consegna aprile trattati a New York hanno toccato il nuovo massimo a 111,42 dollari. Anche in questo caso le quotazioni hanno ripiegato in serata a quota 104 dollari. L'oro ha chiuso a New York a 1.002,6 dollari, in progresso di 3,1 dollari rispetto alla chiusura precedente ma abbondantemente sotto il record raggiunto sempre ieri a 1.033,9 dollari l'oncia. Con l'oro nero ai massimi, arrivano novità sul fronte del caro-carburanti: prima di Pasqua entrerà in vigore il provvedimento che farà scattare una riduzione delle accise. Mercoledì o al massimo giovedì il testo sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale mentre la Corte dei Conti ha fatto sapere che ieri, con la registrazione del decreto, ha dato il proprio via libera alle misure fiscali che consentiranno una riduzione della componente fiscale del prezzo di benzina e gasolio pari a 2 centesimi di euro al litro.

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