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Salari magri. In cinque anni persi 1900 euro

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piùdegli aumenti salariali, concessi con il contagocce. Così negli ultimi cinque anni i dipendenti hanno perso quasi 1.900 euro di potere d'acquisto. A lanciare un nuovo allarme salari, che segue solo di qualche mese quello del Governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, è stata ieri l'Ires-Cgil che, nella ricerca «Salari in difficoltà», ha sottolineato come un lavoratore dipendente con un reddito di 24.890 euro (media 2007) abbia perso cumulativamente dal 2002 1.210 euro rispetto all'inflazione e 686 euro per la mancata restituzione del fiscal drag con una perdita complessiva di 1.896 euro. L'indagine ha elaborato anche l'andamento dei salari rispetto all'inflazione dal 1993, anno dell'accordo confederale sulla politica dei redditi, evidenziando come negli ultimi quattordici anni sia stata garantita la difesa del potere d'acquisto senza però riuscire sostanzialmente a distribuire i guadagni di produttività. I dati sottolineano come il modello nato nel 1993 abbia bisogno di una manutenzione. «Il Paese si dovrebbe porre il problema - ha detto - il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani - di una nuova politica dei redditi. Secondo Epifani il Governo dovrebbe aprire a gennaio un tavolo sulla politica dei redditi facendo una operazione «di grande respiro». «Non vorrei - ha detto ancora a proposito dello scambio proposto dal vicepresidente della Confindustria Alberto Bombassei su un possibile scambio tra maggiore flessibilità degli orari e incrementi salariali - che tutto si riducesse a un piccolo scambio sulla flessibilità del lavoro». Il problema del potere d'acquisto dei salari e delle retribuzioni «è un problema che esiste e che va affrontato» ha dichiarato il viceministro dell'Economia, Vincenzo Visco

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