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Mutui troppo cari, famiglie a rischio

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Un dato che i banchieri hanno considerato non proprio aderente alla realtà. In una nota l'Abi, l'associazione di rappresentanza delle banche italiane diretta da Corrado Faissola, ha specificato che «quelle diffuse dall'Adusbef sono cifre per noi ignote, che non hanno alcuna relazione con i tassi di interesse sui mutui». In più una recente indagine Abi aveva rilevato che il livello di rate impagate si aggira intorno all'1% del totale erogato. Insomma ancora una guerra di cifre che rischia di far passare in secondo piano la gravità di un problema la cui origine è da ritrovare nella volontà del presidente della Bce, Jean Claude Trichet, di tenere a freno ogni accenno di ripresa dell'inflazione con una serie di rincari successivi dei tassi di interesse. Una politica che ha portato il saggio di riferimento dei prestiti ipotecari dal 2%, livello più basso, all'attuale 4%. E che rischia di diventare esplosiva se si tiene conto che a pesare sui portafogli delle famiglie - evidenzia lo studio Adusbef - è il fatto che i mutui erogati sono in gran parte, il 91%, a tasso variabile, quindi sensibili «anche per la rapidità delle banche italiane» nel trasferire le decisioni di politica monetaria, a ogni ritocco del costo del denaro. Così solo a Milano i pignoramenti e le esecuzioni dovrebbero salire quest'anno del 22%, mentre a Roma l'incremento dovrebbe attestarsi al 21%. Tutta colpa di un tasso iniziale medio sui mutui accesi che è passato dal 3,85% del 2004 al 4,47% del 2006, con una crescita di 0,62 punti percentuali (+16%). Il conseguente aggravio di spesa pesa su 1,9 milioni di famiglie che fanno fatica a far onore a fine mese al pagamento della rata del mutuo. Secondo le stime - precisa l'Adusbef - le procedure immobiliari o pignoramenti sarebbero pari al 3,5% del totale dei mutui, quindi a circa 120.000 su 3,5 milioni del totale. A soffrire sono però tutti i nuclei familiari dell'Unione Europea. In Germania, la prima economia europea, le cose non vanno meglio: a ottobre 2007 i tedeschi hanno registrato un incremento delle insolvenze del 20% e alla fine dell'anno si potrebbe sforare quota 100 mila. Lo studio è stato commentato dal ministro dell'ambiente Pecoraro Scanio che ha detto «che l'allarme lanciato non deve essere sottovalutato».

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