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Bpi-Bpvn, dalle assemblee il sì alla fusione

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I soci hanno approvato a larghissima maggioranza il progetto del Banco Popolare

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Ieri l'ultimo ostacolo e cioè l'assenso all'integrazione da parte delle assemblee dei soci è stato superato. A Verona, in particolare, con un autentico plebiscito e a Lodi con una maggioranza schiacciante. Il nuovo istituto che nasce il Banco Popolare, è il terzo polo del credito italiano per numero di filiali (2200) e per capitalizzazione di Borsa (oltre 17 miliardi). Il nuovo gruppo, ha spiegato il presidente della Bpvn, Carlo Fratta Pasini «così forte sulla carta, cercherà di diventare veramente un gruppo così forte. E ci vorranno anni». Per l'ad della Bpi Divo Gronchi quello che nasce (la fusione sarà effettiva il primo luglio) «è un grande gruppo nazionale» concentrato al Nord ma con presenze significative in Toscana, Emilia e Sicilia e che «non teme» la concorrenza degli altri colossi del credito nati dalla stagione di fusioni. Un gruppo che ha «tanti spazi per l'espansione» secondo il presidente Piero Giarda. Scontato il risultato assembleare a Verona, il voto di Lodi, malgrado l'ottimismo della vigilia fra i vertici, poteva riservare qualche sorpresa grazie al sistema del voto capitario (un socio-un voto) e alla limitata soglia del 33% dei voti contrari sufficiente a fare saltare l'operazione. La sorpresa, al termine di una mattinata con numerosi interventi (a tratti aspri come consuetudine nelle banche Popolari) è stata invece una larghissima maggioranza: il 91% dei 5000 votanti (di cui circa 900 per delega) ha votato a favore. Il voto di Lodi è arrivato nel primo pomeriggio quando a Verona l'operazione era già passata con un pugno di voti contrari e oltre 9000 sì. A sgretolare il fronte dei contrari, numerosi fra la vecchia guardia lodigiana è stata, come ha riconosciuto il vicepresidente Enrico Perotti, la paziente e fitta opera di tessitura e mediazione tenuta dai vertici dei due gruppi nelle ultime settimane. Un'opera culminata in un accordo con tutte le sigle sindacali della banca e con la firma di un protocollo con le istituzioni locali che mette nero su bianco le garanzie per il territorio lodigiano in termini di rappresentatività nella futura Bpl spa e nella nascente Fondazione locale. «Il ragionamento ha fatto premio sull'emozione» ha argomentato Giarda secondo cui «i soci si sono convinti che fosse l'opzione migliore fra le alternative possibili». I lodigiani si sono così convinti che l'aggregazione con la Bpvn, che ha proposto un gruppo multipolare e il mantenimento dello spirito cooperativistico, fosse l'unica strada per non soccombere e mantenere un ruolo di primo piano nel sistema bancario. Decisivi anche questa volta sono stati comunque i soci toscani. [email protected]

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