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Il cordoglio di politici e imprenditori

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È morto a 81 anni Leopoldo Pirelli, protagonista dell'industria italiana

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Entrambi simboli del miracolo economico e bersaglio delle contestazioni dopo l'autunno caldo del '69. .«Un imprenditore deve sempre cercare, con tutte le sue forze, di chiudere buoni bilanci. Se non ci riesce una volta, riprovare. Se non ci riesce più volte, andarsene. E se ci riesce non deve credersi un padreterno, ma uno che ha fatto il suo dovere». È questa l'idea che ha ispirato fino alla morte Leopoldo Pirelli. Ieri il cordoglio per la sua scomparsa è arrivato da tutto il mondo politico e imprenditoriale. Un capo-azienda, proseguiva il decalogo di Pirelli «deve essere onesto verso azionisti e dipendenti, ma anche verso clienti, fornitori, concorrenti, fisco, partiti e mondo politico». Nato a Velate, (Varese), nel 1925, cavaliere del lavoro dal 1977, «il re della gomma» si laurea al Politecnico di Milano nel 1950 in ingegneria meccanica ed entra nell'azienda di famiglia nel '54 come consigliere: due anni dopo è nominato vice presidente e nel '65 presidente di Pirelli spa. Assunta nel '57 la carica di socio accomandatario di Pirelli & C (la cosiddetta Pirellina, che sta a capo del gruppo) ne diventa presidente nel '95. Appassionato di vela, come l'Avvocato, tifoso milanista, è definito spesso «un calvinista con il culto della privacy». Schivo e poco mondano, due figli, (Cecilia è stata sposata con Marco Tronchetti Provera, attuale numero uno del gruppo su indicazione dello stesso suocero) Pirelli si circonda dell'amicizia di altre famiglie e protagonisti del «gotha» milanese: Enrico Cuccia, i Bonomi, i Falck, gli Orlando. Dopo aver tentato con Dunlop e alla fine degli anni Ottanta con la Firestone (un'opa fallita per la contromossa di Bridgestone), all'inizio degli anni Novanta tenta la scalata alla tedesca Continental, ma la ferma opposizione del management tedesco e l'indebitamento sostenuto per rastrellare i titoli sul mercato fanno saltare l'operazione. Anche in questo caso si prende ogni responsabilità e nel '92 cede la guida operativa a Tronchetti Provera.

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