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Parla il segretario generale dell'Ugl

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«I lavoratori non sono pedine»Polverini: sì agli spostamenti solo se incentivati e su base volontaria

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Il segretario generale dell'Ugl, Renata Polverini, si schiera con la Cgil e alza le barricate contro qualsiasi forma di automatismo nei cambiamenti di sede degli statali, così come prospettato dal ministro delle Riforme e dell'innovazione, Luigi Nicolais. La Cgil si è infuriata di fronte a questa ipotesi. Eppure ha firmato l'intesa con il Governo, al contrario del suo sindacato. Perché voi vi siete chiamati subito fuori? «Perché l'era dei memorandum è finita e bisogna tornare a siglare accordi veri e propri. Basta con intese generiche, evasive e che lasciano spazio a mille interpretazioni. Cgil, Cisl e Uil hanno firmato da tempo un memorandum sulle pensioni che non ha portato a nulla. Crediamo che accadrà lo stesso anche questa volta». In effetti sono cominciate subito le polemiche sulla diversa interpretazione di alcuni punti dell'accordo. E sulla mobilità siamo già allo scontro. «È una materia dove bisogna fissare paletti fermi perché riguarda non solo la produttività della pubblica amministrazione, ma anche e soprattutto la vita delle persone. Come si può pensare di costringere un lavoratore a spostarsi da Milano a Bari solo sulla base di incentivi economici? È assurdo. I dati, poi, parlano chiaro: oggi sono migliaia le persone che hanno chiesto il trasferimento per riavvicinarsi alle loro famiglie». Ma Nicolais parla di automatismi... «Sarebbe un gioco pericoloso a cui noi ci opporremo con decisione. Non mi sembra questo il modo migliore per rendere la pubblica amministrazione più efficiente». E quali sarebbero allora le cose da fare? «Innanzitutto bisognerebbe svincolare gli organi decisionali della pubblica amministrazione dalla politica ed evitare che a ogni cambio di legislatura vengano rivoluzionati i piani e le direttive dei singoli uffici. C'è poi il problema della formazione». Cioè? «Trovo spregevole il comportamento di coloro che descrivono i dipendenti pubblici come fannulloni. Nello Stato ci sono lavoratori che hanno voglia di fare, ma per non perdere la loro professionalità hanno bisogno di corsi di aggiornamento. Non basta vincere un concorso per rimanere efficienti negli anni. Inoltre è necessario dotare gli uffici di mezzi adeguati, invece capita che in molti tribunali manchi addirittura la carta». Una buona notizia c'è: si parla di novemila precari da regolarizzare nel 2007. «È un altro elemento contraddittorio. Prima Nicolais dice che il personale della pubblica amministrazione va ridotto e poi parla di nuove assunzioni. Delle due l'una: o non è vero che gli statali sono troppi, oppure ci stanno prendendo in giro».

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