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Slitta la direttiva Cipe

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Autostrade, Aiscat e sindacati si alleano contro le nuove concessioni

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La bozza di direttiva Cipe attuativa della nuova disciplina in materia di concessioni autostradali andrà al Cipe della prossima settimana, dopo gli approfondimenti ai tavoli tecnici chiesti da Cgil Cisl e Uil. La presa di posizione espressa dai sindacati, che avevano chiesto il rinvio dell'esame da parte del Cipe fissato per ieri, ha determinato lo slittamento dell'ok alla direttiva, fortemente osteggiata, ma con diverse motivazioni, anche dall'Aiscat che rappresenta società concessionarie. «Noi stiamo dalla parte dei lavoratori, non da quella delle concessionarie», puntualizza Giorgio Santini, segretario confederale della Cisl, a chi gli fa notare la «strana» alleanza tra sindacati e Aiscat. «Bene ha fatto il governo a voler vedere chiaro sugli extraprofitti e sugli automatismi delle convenzioni, ma allo stato attuale il dialogo tra governo e Aiscat si è bloccato, mentre noi vogliamo che riprendano a parlarsi, si deve trovare un punto di equilibrio, a rischio ci sono 3.000 posti di lavoro, quelli delle società collegate che svolgono oggi i lavori in house», dice Santini. Nonostante i contatti intercorsi per trovare punti di mediazione sul testo della direttiva, è tornato il gelo tra Aiscat e il ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro. Il testo della direttiva «non rispecchia minimamente le linee più volte ribadite e coerenti con la proposta da noi predisposta», aveva sottolineato l'associazione guidata da Fabrizio Palenzona qualche giorno fa, e la situazione non sembra affatto migliorata. Ora, si sono aggiunte anche le critiche di Cgil, Cisl e Uil, alle quali il governo si è mostrato sensibile rinviando l'esame del Cipe. Tre i punti che maggiormente preoccupano i sindacati: i meccanismi che determinano l'adeguamento tariffario; gli investimenti; e il destino delle società collegate che eseguono in house i lavori delle concessionarie e che occupano circa 3.000 lavoratori, posti di lavoro che verrebbero messi fortemente a rischio con le nuove regole.

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