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Alitalia, Cimoli lascia il cda di Air France

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«Una situazione anomala ma ancor più anomalo è il silenzio dell'azionista», così il segretario nazionale della Filt-Cgil, Mauro Rossi. Mentre Claudio Claudiani (Fit-Cisl) replica che «siamo nettamente contrari a ogni ipotesi finanziaria che non comporti un impegno industriale e un'alleanza futura capace di fare crescere Alitalia». Intanto, la strada prescelta da via XX settembre per affrontare la situazione ai vertici, apertasi con le dimissioni del presidente di Air France Jean Cyril Spinetta sembra muoversi su una linea che non prevede alcun commissariamento, ma un consiglio di amministrazione a tempo, di transizione, per gestire la compagnia di bandiera fino a quando il controllo passerà dal Tesoro al nuovo azionista. Il tutto mentre ieri sera il presidente della compagnia Giancarlo Cimoli è uscito dal consiglio di amministrazione di Air France, dove sedeva (parallelamente a Spinetta) in virtù dello scambio azionario del 2% tra le compagnie. La mossa di Spinetta ha determinato la decadenza del cda di Alitalia, con la convocazione dell'assemblea da parte del collegio sindacale per la nomina del nuovo board, assemblea che dovrebbe cadere intorno al 20 febbraio. Intanto, per gestire l'ordinaria amministrazione restano alla guida i due componenti superstiti del cda, Giancarlo Cimoli e Giovanni Sabatini nominato dal ministero dell'Economia. Il consiglio di amministrazione che scaturirà dall'assemblea dei soci dovrebbe essere quindi «leggero», a tre, quattro membri al massimo, dovrebbe avere un mandato a tempo, quello necessario a traghettare l'ex compagnia di bandiera in fase di privatizzazione, fino all'ingresso del nuovo azionista. Un'operazione che, a dieci giorni dal termine del 29 gennaio per la presentazione delle manifestazioni d'interesse da parte dei potenziali acquirenti, potrebbe richiedere ancora qualche mese di impegno.

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