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Capitalia non volta le spalle a Geronzi

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All'assemblea di venerdì non ci saranno scossoni come sperava il Financial Times

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La Fondazione Manodori, pur astenendosi nella votazione, ha comunque dato mandato per votare all'assemblea del 19 gennaio contro l'eventuale richiesta di revoca. I pochi dubbi sono stati subito fugati. Il Patto di Capitalia conferma la fiducia al presidente Cesare Geronzi e ai consiglieri Roberto Colaninno ed Ernesto Monti. L'ufficialità è stata sancita da una nota del Patto di sindacato riunitosi sotto la presidenza di Vittorio Ripa di Meana in merito alle vicende Bertelli-Bagaglino-Italcase e Trevitex per le quali sono stati condannati il presidente e i due consiglieri. «L'Assemblea - si legge nella nota - ha ritenuto non sussistere allo stato degli atti motivo per mettere in discussione il rapporto fiduciario con il Presidente Geronzi ed i consiglieri Colaninno e Monti. Tutti i soci hanno quindi delegato il presidente di confermare la fiducia al presidente Geronzi ed ai consiglieri Colaninno e Monti, e di esprimere di conseguenza un voto negativo alla eventuale richiesta di una loro revoca». Una chiara e unanime decisione in risposta anche ai moralisti d'oltremanica. Sospetti e giudizi di parte sono stati alimentati da un articolo del Financial Times, l'autorevole quotidiano finanziario britannico, che spesso si diverte a dipingere a tinte fosche il sistema politico e bancario del nostro Paese, sorvolando su altre questioni probabilmente più spinose e reali che riguardano altri Paesi europei. Le ultime stoccate sono state però dirette ancora verso Italia in un editoriale intitolato «il principio di responsabilità sembra essere sospeso a Capitalia». «Il maggior singolo azionista di Capitalia è Abn Amro - ricorda il quotidiano - che con il suo 8,6% non può determinare l'esito della riunione». Invece per il momento il gruppo olandese «dà l'impressione di voler far finta di non vedere». «Dopo aver combattuto con il sistema italiano per il suo take-over di banca Antonveneta - sostiene la tesi del Financial Timse - Abn sembra aver adottato le abitudini italiane di evitare scontri diretti con i centri di potere». Non contento il quotidiano britannico critica anche il Governatore della Banca d'Italia Mario Draghi. «Fino ad ora ha vissuto di gloria. È andato con la corrente in occasione degli accordi Intesa-Sanpaolo, Bpi-Popolare di Verona e Bnl-Bnp Paribas. Ora sulla governance di Capitalia è arrivato solo un gran silenzio». Lo stesso silenzio che forse farebbe bene a seguire il Financial Times.

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