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Cinecittà, prime offerte per le multisale

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Il gruppo Warner punta ai 68 schermi della holding romana. In corsa anche i Benetton

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Tempo un mese e per Cinecittà holding il circuito di multisale Mediaport sarà solo un ricordo. In corsa, per i 68 schermi di proprietà della holding romana, ci sarebbero in prima fila gli americani di Warner, ma secondo indiscrezioni, sarebbero interessati anche i Benetton, che in un'ottica di investimento potrebbero puntare sul mondo dell'intrattenimento. L'operazione servirà a far risparmiare a Cinecittà holding circa 600 mila euro al mese (a tanto ammontava la perdita del circuito, che ha portato a un deficit di circa 33 milioni, di cui 17 di debito reale e 16 circa di leasing). Il bando di vendita era stato pubblicato il 29 dicembre, dopo l'analisi dell'advisor Deloitte che aveva valutato in due milioni di euro il valore del circuito messo in vendita dopo lo scorporo di alcune sale di qualità. Ovvero di quel «pezzo» del circuito relativo ai film d'autore italiani ed europei e alle prime e seconde opere che invece di essere cedute sono andate a rafforzare il circuito cinema della holding. Le buste con le offerte verranno aperte a febbraio, ma intanto, sul tavolo dei vertici ci sono anche altri dossier. «Già quest'anno riusciremo a chiudere in pareggio», assicura il presidente di Cinecittà holding Alessandro Battisti. Che dopo aver messo in liquidazione Cinesud (società nata pochissimi anni fa e che si sarebbe dovuta occupare di promozione nel Sud) si prepara a «liberarsi» anche del fondo di private equity «Cinefund», per il quale è stato già chiesto il parere del Ministero. Due operazioni che permetteranno di riportare i conti in ordine - «solo Cinefund perde circa 400 mila euro l'anno» - e quindi di tornare a fare utili già nel 2008. Intanto, nel corso del Cda, in programma per il 25, sul tavolo dei consiglieri ci saranno tutti i programmi per il 2007. Quest'anno «si punterà, anzitutto, sul comparto archivio-documentario», ha spiegato Battisti. Mentre l'Istituto Luce ridurrà i film prodotti «per cercare di distribuirli meglio», passando così a 7-8 film (contro i 15-16 dello scorso anno). E così anche per la diretta controllata Filmitalia, che, pur mantenendo la partecipazione nei più importanti festival la ridurrà nelle iniziative minori.

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