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Tlc, stop ai servizi non richiesti

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A bloccare le costose suonerie sui cellulari, o l'Adsl mai voluto e ancora la modifica tariffaria inesistente, arriva il regolamento dell'Autorità per le comunicazioni guidata guidata da Corrado Calabrò per tutelare i consumatori e rendere il pressing commerciale sulle famiglie più trasparente. Il regolamento sui contratti a distanza, che entrerà in vigore alla fine di gennaio, detta le regole alle quali devono attenersi i call center delle aziende. Telefonate trasparenti. Così l'addetto alla vendita dovrà comunicare, all'inizio di ogni conversazione, il nominativo della società per conto della quale avviene il contatto telefonico, lo scopo «inequivocabile» della chiamata e il proprio nome e cognome (che andranno comunicati al cliente anche al termine della conversazione). Se la persona contattata ha detto sì, l'operatore dovrà comunicare il numero identificativo della pratica e i recapiti ai quali il cliente può rivolgersi per ulteriori informazioni. In generale, poi, prima della conclusione di qualsiasi contratto a distanza, chi vende dovrà fornire tutte le informazioni del caso, così come recita il Codice del consumo: si va dalle caratteristiche essenziali del servizio al prezzo, dalle eventuali spese aggiuntive alla durata dell'offerta. Sarà anche obbligatorio fornire informazioni su eventuali modifiche o restrizioni del servizio che possano derivare dalla conclusione del contratto. Una volta stabilite le regole tecniche, l'Autorità sottolinea anche l'importanza del modo in cui vengono fornite le informazioni, che deve essere «chiaro e comprensibile», improntato alla «buona fede» e alla «lealtà». Il consenso informato del cliente, che è obbligatorio, nel caso di un contratto concluso al telefono può avvenire con «la registrazione integrale della conversazione telefonica, previo consenso», a patto che al massimo al momento dell'esecuzione del contratto il titolare dell'utenza telefonica ne riceva un modulo di conferma. Attivazione non richiesta. Se, nonostante tutto, la compagnia telefonica attiva il servizio che il cliente non vuole, è possibile innanzi tutto rimandare indietro il modulo di conferma con l'opposizione e comunque la mancata risposta non significa consenso. Naturalmente le compagnie non possono pretendere alcun corrispettivo e devono ripristinare, a loro spese, le condizioni tecniche e contrattuali pre-esistenti. Le controversie vengono risolte laddove possibile in sede di conciliazione con l'azienda, oppure rivolgendosi all'Autorità.

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