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Autostrade, Di Pietro a muso duro contro l'Ue

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Il ministro intima a Bruxelles di stoppare la procedura d'infrazione sulla fusione

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Oggi Antonio Di Pietro vedrà la commissaria Ue alla concorrenza, Neelie Kroes, per chiedere di accantonare la procedura di infrazione aperta nei confronti dell'Italia e al momento sospesa. L'accusa è di aver violato le regole comunitarie che attribuiscono alla Commissione Ue il potere esclusivo di decidere sulle fusioni di dimensione internazionale tra società europee. Il ministro delle Infrastrutture non usa mezzi termini per definire il mantenimento di tale procedura «un intervento a gamba tesa» e «irrispettoso» nei confronti del nostro Paese, soprattutto dopo la mancata fusione tra il gruppo italiano e quello spagnolo. Parole che rendono teso il clima del faccia a faccia con la Kroes. La veemente uscita di Di Pietro ha infatti sorpreso lo staff della Commissaria, che ha però evitato accuratamente ogni commento, rinviando qualunque tipo di riflessione a oggi. Gli uffici dell'Antitrust europeo, comunque, fanno sapere che al momento «nessuna decisione contro l'Italia è stata ancora presa». L'affondo del ministro, in effetti, sembra più una mossa preventiva, in vista della decisione che l'Esecutivo europeo potrebbe assumere già la prossima settimana: archiviare la procedura o andare avanti. «Andiamo a Bruxelles - ha detto Di Pietro in una nota - a chiedere ragione del mantenimento di una procedura che appare irrispettosa degli interessi nazionali del Paese. Dopo la rinuncia alla fusione da parte di Autostrade e Abertis, infatti, non si vede ragione per cui la Commissione europea voglia ancora sanzionare l'Italia per la mancata autorizzazione al trasferimento della concessione». La paura del ministro, molto probabilmente, è che a Bruxelles la mancata fusione tra Autostrade e Abertis sia vista come la conseguenza delle condizioni poste dal Governo italiano. «Le parti - mette in chiaro Di Pietro - hanno rinunciato al progetto dopo essere state sconfitte e sconfessate dal Tar, cui si erano rivolte per ottenere dal giudice una dichiarazione di non necessità dell'autorizzazione». «Hanno quindi scelto - ha proseguito il ministro - di rivolgersi al giudice pretendendo di realizzare la fusione senza autorizzazione. E quando il giudice ha detto che non potevano farlo, hanno preferito rinunciare alla fusione, piuttosto che accettare la prescrizione di salvaguardia degli interessi generali imposta dal Governo». In quest'ottica, per Di Pietro, «l'azione dell'Ue, che sembrerebbe voler far rientrare dalla finestra ciò che era uscito dalla porta, appare un intervento a gamba tesa nei confronti di uno Stato membro, che certamente merita maggiore rispetto. Per questo andiamo a chiedere spiegazioni e informazioni, col fine di far rimanere agli atti la posizione del Governo italiano». Sul caso Autostrade resta aperta un altra procedura contro l'Italia, quella del commissario al mercato interno, Charlie McCreevy, per la violazione dei principi della libertà di circolazione dei capitali e della libertà di stabilimento. Su questo fronte il ministro sta preparando la risposta alle osservazioni della Commissione, che dovrà essere recapitata a Bruxelles entro il 15 gennaio.

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