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Sanpaolo-Intesa vale il 10% dell'indice S&P/Mib

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In vista c'è la cessione delle attivita di bancassicurazione su 1.133 sportelli del San Paolo Banco di Napoli e Intesa Casse del Centro. Il verdetto Antitrust, commentano dalle sale operative di Ubm, non lascia a Generali molti margini di manovra: tramonta, in definitiva, ogni obiettivo di espansione di Trieste nell'ambito delle attività di bancassurance del nuovo gruppo. Il «dimagrimento» per la controllata di Alleanza Assicurazioni, Intesa Vita, sarà pari al 37% e dovrebbe comportare una riduzione del 20% nei volumi di premi di Intesa Vita. Per quanto riguarda le ulteriori filiali che il nuovo gruppo Intesa-Sanpaolo Imi dovrà cedere, i numeri sul tavolo parlano chiaro. Si tratta di 197 filiali e Deutsche Bank stima un cash-in per il nuovo gruppo di circa 1,8 miliardi, assumendo come riferimento il valore in precedenza riconosciuto agli sportelli dal Credit Agricole. Ecco perchè, secondo gli analisti di Cheuvreux, le 197 filiali potrebbero dare origine ad un capital gain nell'ordine di 900 milioni di euro e portare ad un capitale in eccesso totale di circa 8 miliardi di euro, aumentando le probabilità di azioni sul capitale (come dividendi o buyback). Interessante la posizione di Sanpaolo per cui sarà probabile assistere ad una vera asta competitiva sulle filiali in oggetto che potrebbero far gola a molte banche (Dk ipotizza Credit Agricole, Abn, Santander, B.Mps). L'ulteriore cessione di asset e la rivisitazione del modello di bancassurance potrebbero avere, secondo gli analisti di Cheuvreux, un impatto per il nuovo polo bancario in termini di perdita di clienti e di implementazione delle sinergie da ricavo. La validità della fusione dovrebbe quindi prendere il via dal primo gennaio 2007, sottolinea Mediobanca, per la quale il peso del nuovo titolo dovrebbe essere dell'8,8% sul Mibtel e una percentuale prossima al 10% sullo S&P/Mib.

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